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VIABILITA’

Un ponte spacca il Polesine in due

Lavori in vista sulla Statale 16: sul Canalbianco due anni di senso unico alternato. “Impossibile realizzare un bypass”.

Un ponte spacca il Polesine in due

Lavori in vista sul ponte del Canalbianco a Bosaro

Il Polesine si spacca in due. Per due anni, il ponte sul Canalbianco di Bosaro, sulla Statale 16, sarà percorribile soltanto a senso unico alternato, con semaforo mobile su entrambe le rampe per regolamentare il traffico. E il rischio code, specialmente nelle ore di punta, è più che una semplice eventualità.

I lavori, con la demolizione e la successiva ricostruzione del ponte, partiranno già nelle prossime settimane, presumibilmente entro giugno, e dureranno - come comunica Anas - la bellezza di 450 giorni lavorativi. Praticamente due anni. Il ponte, infatti, verrà completamente rifatto, con una nuova struttura in acciaio e il rinforzo della campata sottostante, parzialmente già realizzato: ad oggi, infatti, non è più idoneo al transito di mezzi superiori a 26 tonnellate e va quindi adeguato.

Impossibile però, secondo l’Agenzia delle strade, realizzare un bypass. Dunque, per l’intera durata del cantiere, il traffico verrà regolato da un semaforo e la circolazione, come detto, sarà assicurata soltanto a sensi unici alternati.

Un grosso problema, per un tratto di strada in cui si calcolano circa 10mila passaggi al giorno, in buona parte di parte di pendolari visto che quel ponte collega tutta la zona centromeridionale della provincia al capoluogo. E se Anas, in una nota, sembra chiudere alle speranze di soluzioni alternative, il sindaco di Bosaro Elena Paolizzi martedì 29 aprile si siederà al tavolo con l’Agenzia per cercare di trovare una soluzione percorribile. In molti, da queste parti, ricordano quando, 35 anni fa, il ponte venne chiuso completamente per essere rialzato: a brevissima distanza venne posizionato un ponte Bailey, da parte del Genio militare, le cui rampe di accesso sono ancora esistenti e facilmente ripristinabili.

Il ponte sul Canalbianco, costruito negli anni Sessanta, è da qualche tempo interdetto al traffico dei mezzi di oltre 26 tonnellate, con un’apposita ordinanza. I lavori, volti a renderlo di nuovo transitabile senza limitazioni e conforme alla normativa vigente, si svilupperanno in due fasi distinte: in una prima fase si procederà alla demolizione e ricostruzione della corsia in direzione Ferrara e successivamente si procederà alla demolizione dell’altra corsia. Per la quasi totalità della durata dei lavori sarà istituito un senso unico alternato regolato da impianto semaforico dotato di lettori di coda, in modo - dicono dall’Anas - “da privilegiare il passaggio sul ponte della direzione di traffico prevalente in quel determinato periodo della giornata."

Non è stato possibile predisporre un bypass provvisorio - precisa l’Anas - per evitare la protrazione dei tempi di esecuzione dell’intervento di ricostruzione del ponte necessari per acquisire tutte le autorizzazioni previste da legge oltre che per i costi elevati del tutto paragonabili a quelli necessari per la ricostruzione del nuovo ponte. Pertanto, è stato deciso di eseguire le lavorazioni in regime di senso unico alternato per garantire la transitabilità continua di almeno una carreggiata del ponte. La chiusura totale, soluzione che avrebbe di certo semplificato le attività, avrebbe comportato disagi significativamente maggiori rispetto alla soluzione adottata”. Apparentemente, dunque, decisione già presa e nessuno spazio per la trattativa. Con buona pace delle 10mila persone che, ogni giorno, attraversano il ponte.

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