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LE OPINIONI

“Festa che deve tornare sentita”

“Dobbiamo far comprendere ai nostri giovani il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà”

“Festa che deve tornare sentita”

“Dobbiamo far comprendere ai nostri giovani il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà”

Il 25 Aprile, Festa della Liberazione, rappresenta da ottant’anni una data simbolica per l’Italia. E’ il giorno in cui si celebra la fine dell’occupazione nazifascista e la rinascita democratica del Paese. Ma che significato assume oggi questa ricorrenza per i cittadini di Rovigo?

Giuliano, appassionato di fotografia, guarda al 25 Aprile come a un momento di aggregazione: “La Liberazione è una ricorrenza importante, sentita molto anche tra i giovani. Io partecipo alle celebrazioni per fare delle riprese fotografiche. Ho saputo della manifestazione tramite i social ed è una bella occasione di unione. Ho partecipato anche alla sfilata della colonna della libertà partita da Ferrara”.

Francesca, invece, pur riconoscendo l’importanza della giornata, non ha partecipato alla manifestazione in piazza: “E’ un tema molto sentito, ma lo studio mi ha tenuta occupata. Resta comunque una bellissima iniziativa per tenere viva la città, che altrimenti rischia di spegnersi”.

Roberto sottolinea il valore attuale della ricorrenza, legandola alla crisi democratica che attraversa il nostro tempo: “L’importanza dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo sta anche nel mettere a fuoco un problema che riguarda da vicino la nostra democrazia, che in questo momento si trova in grave difficoltà e crisi sotto molti punti di vista. Oggi più che mai dobbiamo responsabilizzare i giovani, far loro comprendere il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà di cui godiamo; è un modo per rafforzare i processi democratici che oggi sono minacciati da più fronti. Il 25 Aprile è un giorno di festa, certo, ma anche un’occasione di riflessione: sulla nostra storia, sul presente che stiamo vivendo e sul futuro che vogliamo costruire”.

Infine, Carlo riflette sulla percezione della ricorrenza tra le nuove generazioni: “Negli ultimi anni mi sembra sia molto meno sentita, soprattutto tra i giovani. Dovrebbe essere maggiormente valorizzata anche dalle scuole. Quest’anno poteva essere l’occasione giusta per rilanciarla, vista l’importanza storica dell’ottantesimo”.

Emergono, quindi, visioni differenti ma unite da uno stesso filo conduttore: la consapevolezza che la memoria storica va preservata, trasmessa e attualizzata. Che si tratti di partecipazione fisica alla parata, riflessione personale o impegno educativo, il 25 Aprile resta una data che invita tutti - giovani e meno giovani - a non dimenticare.


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