VOCE
Cavarzere
27.04.2025 - 17:33
E’ stato un inno alla rinascita quello celebrato ieri a Cavarzere, durante la cerimonia che ha ricordato il bombardamento e la distruzione del paese, avvenuto oltre 80 anni fa. In una piazza Vittorio Emanuele gremita, alla presenza di sindaci e autorità, di fronte ad un municipio orgoglioso di esporre il Tricolore italiano, la città ha ricordato il sacrificio dei tanti che hanno portato alla liberazione del paese da uno dei periodi più bui della storia mondiale. La cerimonia si è aperta con l’alzabandiera e l’inno suonato magistralmente dalla banda cittadina di Cavarzere. A seguire la deposizione della corona di alloro, sotto la lapide dedicata al capitano Luigi Giorgi.
Ma ad emozionare, in una giornata già carica di significato, sono state le parole dell’ambasciatore Claudio Bisogniero, figlio del generale Riccardo Bisogniero che, il 27 aprile 1945, alla guida del battaglione Cremona la liberò dal dominio nazifascista. “Mio padre in quelle ore drammatiche di 80 anni fa, assieme ad una trentina di soldati combatté per la liberazione di Cavarzere dalle truppe tedesche - ha ricordato il figlio - i tedeschi che erano in ritirata ma lo facevano con la tenacia e la determinazione della loro macchina militare, contendendo ogni metro, specie sulle rive di fiumi. Di quella tenace opposizione Cavarzere pagò un pesante contributo di dolore e distruzioni”.
Fu un’ azione risoluta, quella del battaglione Cremona, che permise a quel plotone di ragazzi, in gran parte volontari, di liberare la città, precedendo di ore le forze più numerose che avanzavano alle loro spalle. “Costringendo ad arrendersi centinaia di truppe tedesche, evitando alla città distruzioni e devastazioni ancora più gravi - ha aggiunto - fu un’ azione ardimentosa, possibile anche dall'ausilio delle forze partigiane e dai coraggiosi cittadini”.
A 80 anni di distanza, per celebrare il coraggio di tutti quei giovani, Bisogniero ha invitato alla riflessione. “Quel plotone era composto di 20enni - ha sottolineato - mio padre ne aveva 22. Spero che la giovane età di chi compì quelle gesta gloriose sia di ispirazione alle giovani generazioni, che si accingono ad affrontare le sfide e le difficoltà di chi entra oggi da ventenne nell’età adulta”.
Bisogniero ha infine concluso con le parole del padre: “Che sapete quanto fosse orgoglioso di essere stato nominato cittadino onorario della città. Egli, nelle sue memorie rivolgeva un tributo alla dedizione e al coraggio dei soldati, al sostegno determinante delle decine di partigiani che hanno condiviso l’avventura di una giornata davvero fuori dal comune. Al mondo spontaneo, generoso e spericolato di tanti cittadini ardimentosi di Cavarzere che hanno sfidato rischi e pericoli per partecipare a questa giornata di lotta”.
Presenti, oltre a tantissimi sindaci dei paesi vicini, di quelli gemellati con Cavarzere, anche l’assessore regionale Francesco Calzavara e il senatore Andrea Ostellari che, insieme al sindaco Pierfrancesco Munari, e a quello dei ragazzi Pietro Pescarolo, hanno svelato al pubblico la nuova targa commemorativa posta sotto il municipio. Dopo le parole dei rappresentanti istituzionali è stato il coro Tullio Serafin, diretto dal maestro Renzo Banzato, ad emozionare i presenti.
A prendere parola, per chiudere le celebrazioni, il sindaco Munari che ha ricordato come in quel giorno di 80 anni fa la città abbia affrontato sì un periodo di sofferenza, ma anche di coraggio, resistenza e speranza. “Un periodo che, grazie alla forza della popolazione ha visto la luce della libertà divampare - ha affermato - oggi siamo qui per rendere omaggio a chi ha sacrificato la propria vita, ha trovato la forza di resistere, di non cedere alla paura”. Un atto di speranza e di rinascita, ha aggiunto.
“La distruzione non ha piegato il nostro spirito ma ci ha reso più forti, più consapevoli della necessità di difendere i nostri valori e la nostra identità - ha concluso - Cavarzere ha conosciuto il volto della distruzione. Ma al tempo stesso è anche il simbolo di una città che ha saputo rialzarsi. Oggi, 80 anni dopo, siamo qui per ricordare il sacrificio di ha combattuto per il nostro futuro. Il nostro impegno, mio in primis, come comunità, è quello di non dimenticarlo. La memoria di quei giorni drammatici deve essere tramandata alle future generazioni affinché possano comprendere il valore della libertà e della democrazia e non diano mai per scontato ciò che è stato conquistato con tanto sacrificio".
"Non possiamo e non dobbiamo permettere che l’oblio cancelli la memoria di chi ha sofferto e ha perso la vita, di chi ha visto distrutta la propria casa e la nostra città. Proprio per questo motivo ho personalmente chiesto tramite sua eccellenza il Perfetto di Venezia il dottor Pellos, che venga riconosciuto il sacrificio reso da Cavarzere. Mi auguro che a breve la nostra città possa avere il giusto e meritato tributo” ha concluso Munari.
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