VOCE
L’ADDIO A FRANCESCO
27.04.2025 - 07:41
Il vescovo Pavanello ai funerali di papa Francesco
“Il momento più commovente è stato quello del congedo, con l’incensazione della bara”
ROMA - Non poteva essere diversamente, non poteva non camminare, anche ieri, fra la gente, la “sua” gente. E’ stato il parroco del mondo, coerentemente Francesco fino alla fine, anzi, anche oltre. E’ commosso il ricordo proprio di quelle ore concitanti, maestose quanto umili, del vescovo della diocesi di Adria-Rovigo, Pierantonio Pavanello, presente al funerale del pontefice.
“E’ stato un momento solenne, una liturgia molto alta e carica di significati, vista anche la presenza dei ‘grandi’ del mondo” spiega. Sì, perché tra i 250mila fedeli accorsi in piazza san Pietro per la messa esequiale, c’erano anche loro, i cosiddetti potenti. Ha fatto brevemente il giro del mondo la foto di Trump e Zalensky seduti nella basilica vaticana intenti a parlare, seguita da quella, nel medesimo luogo, della pacca sulla spalla con Starmer e Macron. Se un miracolo si è visto, è stato senz’altro questo: un germe di pace che Bergoglio aveva sospirato, agognatamene. E se dentro alla basilica si svolgevano i delicati incastri diplomatici, fuori il parterre era il più diverso: “Duecento cardinali concelebranti, centinaia di vescovi, da tutto il mondo, il clima era vibrante, quello di una Chiesa unita”, continua Pavanello.
C’era quindi anche il Polesine ai piedi di quella cassa di legno esposta verso il popolo. Era mezzogiorno quando, una brezza, al termine della benedizione della bara, ha fatto ruotare le pagine del vangelo posto sul feretro. Un soffio di vento che sapeva di respiro di vita. “Vedere tutta quella folla è stato impressionante - continua - tutto però si è svolto in ordine. La cosa più particolare della giornata che mi è rimasta impressa è stata, visto il dispiegamento di così tanta solennità, la mancanza, rispetto a come eravamo soliti vedere, del Papa stesso. Il soggetto era la Chiesa orante riunita attorno al suo pastore, colui che preside la comunione della Chiesa”.
Tanti infatti i momenti della cerimonia: se da un lato la porpora cardinalizia presagiva già quello che accadrà fra poche settimane, dall’altra, il nero dei completi di Stato accentuava l’attualità dell’eredità di Bergoglio per un mondo in guerra. “Ho sentito questa comunione profonda nella preghiera. Il momento più commovente è stato quello del congedo: quando è avvenuta la duplice liturgia, quella latina e orientale, dell’incensazione della bara”. Il funerale, aggiunge, “si è inserito nel Giubileo degli adolescenti. Oltre 300 giovani di Rovigo (insieme a tutto il Triveneto erano 9-10mila) hanno passato vari momenti di preghiera, a San Paolo ad esempio dove si entrava a tremila alla volta”.
E alla domanda se questa triste casualità possa aver, invece, donato un’esperienza unica per i giovani, risponde: “Era il loro Papa, hanno dai 13 ai 17 anni, penso che essere a Roma in questo contesto li abbia toccati. Per tutti era una figura molto famigliare, si è sentito un lutto di famiglia, si è sentito ovunque, anche nelle nostre parrocchie”. Non è infatti nemmeno un caso se, ad accogliere la salma sul sagrato della basilica liberiana, siano stati loro: transgender, migranti, poveri, detenuti, gli ultimi. Quasi un secondo funerale, lontano dai fasti del cerimoniale, intimo, tra i quartieri più etnici della capitale, nella basilica più piccola delle quattro papali.
“I ragazzi hanno inoltre fatto un momento di preghiera dedicato a Francesco in contemporanea alle esequie. Lo hanno sentito molto. Sarà un’esperienza che sicuramente rimarrà nel cuore. Si percepiva il loro entusiasmo di vedere e sentire - come ha sempre voluto il Papa - una Chiesa vicina, per loro, con loro” conclude Pavanello riguardando a una giornata unica. Una mattina in cui, come dice un detto romanesco, “il Tevere si è fatto più corto”, più vicino, attraversato da quella papamobile che trasportava non un morto ma un’eredità, lungo le strade eterne di potenti e scartati.
Commenti all'articolo
frank1
27 Aprile 2025 - 08:33
diciamo le cose come stanno realmente: Folla oceanica per papa Giovanni Paolo II Dal 2 all'8 aprile, sono stati oltre 3 milioni i pellegrini confluiti a Roma, con ben 21.000 persone entrate ogni ora nella Basilica Vaticana, 350 al minuto. Per papa Francesco, hanno reso omaggio alla salma circa 80 mila persone al giorno
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