Cerca

l'appello

"I genitori ricomincino a fare i genitori"

L'analisi di Roberta Bruzzone, criminologa

"Dai genitori parta un cambiamento efficace per una ripresa di autorità, autorevolezza, ma anche della parola punizione. Perché oggi ci troviamo di fronte ad un momento di grave crisi che riguarda in particolar modo le giovani generazioni che hanno percorso i loro educatori principali". Così ha parlato la dottoressa Roberta Bruzzone, nota criminologa ed esperta di numerosi casi di bullismo e cyberbullismo che ha seguito da vicino, ospite domenica pomeriggio al Teatro Ballarin di Lendinara grazie all’evento voluto da Lions Club Lendinara su questi temi che tra le sue mission principali ha quella di creare un dialogo basato sul benessere delle nuove generazioni.

Gremita la sala di ascoltatori con anche la presenza di numerose autorità civili, militari e del mondo scolastico, tra cui il sindaco Francesca Zeggio e il vicario del questore, Maria Vomiero. Ad introdurre il pomeriggio di riflessione, Lorenzo Teti facente parte del direttivo di Lions Club Lendinara. Ha portato i saluti anche il Presidente, Domenico Princi. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Giorgia Brandolese.

La dottoressa Bruzzone ha parlato dei principali casi di bullismo e cyberbullismo degli ultimi anni, ad esempio il caso di Andrea Prospero, diciannovenne di Perugia che si è tolto la vita in un appartamento a Perugia. E ancora, il caso di Andrea Spezzacatena, adolescente, anch’egli suicidatosi a causa degli atti persecutori subiti, da cui il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.

Ciò che non ha dimenticato di segnalare la criminologa riguarda in particolare il ruolo delle famiglie, dei cosiddetti “adultescenti” che pensano di essere ancora, appunto, adolescenti e si dimenticano che invece devono essere i primi educatori dei loro figli. "Serve un dialogo preciso e puntuale – ha spiegato Roberta Bruzzone – e anche una presa di coscienza del proprio ruolo genitoriale. Oggi ci troviamo di fronte a genitori che preferiscono scattarsi selfie mentre fanno gli aperitivi, anziché controllare i cellulari dei propri figli con cui non instaurano un dialogo. Sono assertivi, hanno dimenticato il concetto di punizione".

"Soprattutto, non permettono ai figli di vivere la frustrazione, il dolore, cosa che non permette loro di affrontare anche i momenti negativi della vita perché ci sono. Questo si riversa in particolare nelle relazioni umane, causando poi fenomeni che arrivano a conseguenza di enorme gravità e che sentiamo tutti i giorni. I dati in merito sono allarmanti. Sono gli stessi principi che portano ai femminicidi, ad esempio. Non possono essere le scuole a sostituire il ruolo dei genitori, ma sono i genitori che devono rimboccarsi le maniche per fare gli educatori». Al termine della conferenza, la criminologa si è resa disponibile per qualche foto con i fan e per il firmacopie anche dell’ultimo libro freschissimo di stampa “Patriarcato criminale” in cui vengono ripercorse le drammatiche storie di Saman Abbas, Maria Chindamo e Giulia Cecchettin.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400