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LA FESTA

I 100 anni di nonna Berta, Bersagliera nel cuore

La festa di compleanno con gli auguri del sindaco Cittadin e di una delegazione della Rugby Rovigo Delta

I 100 anni di nonna Berta, Bersagliera nel cuore

“La cosa più importante nella vita è il sorriso”. Mentre Alberta Cappon, 100 anni, lo dice al sindaco Valeria Cittadin, qualche lacrima le riga il viso. Forse non si aspettava tanto affetto, o forse - semplicemente - vedere l’amore tangibile della sua famiglia e dei rappresentanti della città l’ha toccata nel profondo.

Per lei, nata a Sarzano 1925, un grande traguardo, festeggiando, ieri pomeriggio, al Caffè Borsari, con tanti parenti a cui si è sommato il saluto del primo cittadino e quello della Rugby Rovigo, rappresentata dal team manager Andrea Trombini. “Lei compie 100 anni, noi 90 - scherza proprio Trombini - e c’è qualcosa che ci unisce”. Poi, le consegna la maglia rossoblù autografata da tutti i giocatori. “Viva il rugby”, dice la signora, che ricorda come il fratello fosse stato un arbitro della palla ovale.

A tenerle la mano, la figlia Silvana Mazzon, la nipote Deborah e la bisnipote Aisha. Attorno, tanti altri familiari venuti per festeggiare questo importante traguardo e starle vicino.

Alberta, per tutti Berta, è figlia di una famiglia di coltivatori diretti. Lei stessa ha fatto la lavoratrice agricola, dedicandosi poi al commercio e alla vendita dei prodotti della terra, aiutando il fratello. Poi, il matrimonio con Pietro, dipendente delle Poste, e l’attività di casalinga. Per anni, Alberta Cappon si è dedicata alla famiglia e all’assistenza di alcuni parenti malati, che l’ha costretta a visitare molti ospedali in tutta Italia. Vedova dal 1990, dal matrimonio sono nate due figlie: Silvana, appunto, ed Emanuela, mancata quattro anni fa. Di quattro fratelli, soltanto Giovanni è ancora vivo.

“Ci dedichiamo alla mamma con amore, cerchiamo di starle sempre vicine e l’importante traguardo dei 100 anni meritava di essere festeggiato al meglio, con il sindaco e i rappresentanti dello sport cittadino, perché lo sport è vita”, conclude la figlia Silvana. Poi, spazio alla festa.

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