VOCE
veneto
29.04.2025 - 13:00
foto di repertorio
Nel cuore del Veronese, il piccolo comune di Angiari, con i suoi 2.530 abitanti, è diventato il palcoscenico di un acceso dibattito che intreccia tradizione e tutela ambientale. La questione ruota attorno a un'ordinanza comunale che vieta il pascolo delle pecore su specifiche aree del territorio, una misura che ha sollevato polemiche e acceso il confronto tra due consiglieri regionali, Stefano Valdegamberi e Andrea Zanoni.
Tutto ha avuto inizio nel 2022, quando l'allora sindaco Antonino Puliafito firmò un'ordinanza per vietare il pascolo e il transito delle greggi su tratti arginali e golenali del fiume Adige, nel territorio di Angiari. Oggi, sotto la guida del nuovo sindaco Fabrizio Bissoli, l'ordinanza è ancora in vigore, ma ha trovato un inaspettato difensore in Stefano Valdegamberi. Il consigliere regionale, noto per le sue posizioni contro i lupi, si è schierato a favore dei pastori, definendo la situazione un "paradosso". Valdegamberi ha raccontato di essere stato contattato dal pastore Luigi Oliverio, il quale è stato intimato di allontanare il suo gregge da un prato privato per evitare una multa.
Dall'altra parte del dibattito, Andrea Zanoni, consigliere di Europa Verde, ha difeso l'ordinanza sottolineando l'importanza della tutela della biodiversità. Secondo Zanoni, la misura è essenziale per proteggere la fauna selvatica durante la stagione riproduttiva primaverile. "Un gregge in transumanza può causare danni irreparabili agli ecosistemi locali", ha spiegato, evidenziando come il passaggio delle pecore possa distruggere nidi e mettere in pericolo piccoli mammiferi.
La vicenda di Angiari mette in luce una questione più ampia: il difficile equilibrio tra la conservazione della natura e le attività tradizionali. Mentre le nutrie possono liberamente danneggiare i canali, le pecore si trovano a dover rispettare restrizioni che, secondo Valdegamberi, rappresentano un paradosso della nostra società. Tuttavia, per Zanoni, l'ordinanza è un esempio di applicazione del principio di precauzione, necessario per salvaguardare il patrimonio faunistico locale. La storia di Angiari è un esempio emblematico di come le comunità locali debbano affrontare sfide complesse, cercando di conciliare la tradizione con la necessità di proteggere l'ambiente. Un dibattito che, al di là delle polemiche, invita a riflettere su come possiamo vivere in armonia con la natura, rispettando sia le esigenze umane che quelle del nostro ecosistema.
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