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Muore a 79 anni invocando il ricovero

Un appello disperato su Facebook e una morte che lascia dubbi

La tragica fine di Roberto Durastante: un grido d'aiuto inascoltato

Cosa succede quando un grido d'aiuto disperato rimane inascoltato? La storia di Roberto Durastante, un uomo di 79 anni, ci offre una risposta dolorosa e inquietante. Roberto, romano di nascita ma legato a Belluno per amore, ha vissuto i suoi ultimi giorni in un'agonia che si sarebbe potuta evitare. La sua vicenda, che si è conclusa tragicamente il 25 aprile, solleva interrogativi sulla gestione delle emergenze sanitarie e sulla capacità del sistema di rispondere alle necessità dei pazienti più vulnerabili.

Roberto Durastante, affetto da problemi cardiaci, ha lanciato un appello su Facebook che ha toccato il cuore di molti: "Quasi 80 anni, sono cardiopatico, mi lasciano tutta la notte su una sedia al policlinico Casilino". Le sue parole, cariche di disperazione, riflettono una situazione di emergenza che richiedeva un intervento immediato. Nonostante la richiesta di aiuto, Roberto è stato - secondo questa ricostruzione - trasferito nel reparto di Medicina, anziché in Cardiologia, dove avrebbe potuto ricevere cure più adeguate.

La figlia Roberta, affranta, ha espresso i suoi dubbi sulla gestione clinica del padre: "Crediamo che il suo scompenso non sia stato trattato come doveva essere". La risposta tardiva e inadeguata del sistema sanitario ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia, già segnata dalla perdita della sorella Barbara e della madre, entrambe sepolte a Belluno. Roberto, per sua volontà, riposerà accanto a loro, unendosi in un destino comune che sembra legare la famiglia Durastante a una sorte avversa.


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