VOCE
L’assemblea
29.04.2025 - 21:09
“Il territorio è sano, veramente, ma non vuol dire che sia esente da interessi e appetiti anche da parte della malavita o della criminalità organizzata. In particolare, l’occhio è da porre a quei lavoratori a quelle aziende che si trovano in stati di sofferenza e che, più in velocità, possono correre il rischio di essere fagocitati dalla malapianta, con prestiti ad usura”: questo il monito del prefetto Franca Tancredi alla tavola rotonda che ha posto in primo piano la situazione economico - sociale del Polesine. L’incontro, organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili del capoluogo, anche per l’approvazione del conto consuntivo per l’anno 2024, si è svolto martedì sera nell’aula magna del seminario vescovile, a poche ore dalla festa dei lavoratori.
“Strutturare”, “collaborare” e “formare”: sono le tre le parole chiave per la crescita del lavoro indicate da Carlo Scabin, vicepresidente Confindustria Veneto Est, intervenuto insieme al prefetto Tancredi e Riccardo Borgato, presidente dell’Ordine e “padrone di casa”.
C’era il lavoro in tutte le sue sfaccettature: dalla visione territoriale, inquadrata dal prefetto, alle strategie per rendere competitive e presenti le aziende del territorio, offerta da Scabin, fino all’inquadramento anche della libera professione in provincia, sempre a repentaglio tra fenomeni in crescita, quali l’abusivismo.
“Non c’è criminalità organizzata - ha rimarcato il prefetto Tancredi - ma bisogna stare attenti. L’economia è prettamente agricola ma si riscontra tuttavia la presenza di sodalizi criminali nello spaccio di stupefacenti”.
Il cambiamento del mercato e della richiesta, sempre più veloce, sta mettendo in difficoltà le gestioni, specie quelle famigliari, denota Scabin, commentando: “Il padre di famiglia, come lo intendevamo anni fa, ora fatica a stare al passo, non si può più gestire con un solo soggetto, è la struttura che fa la differenza. Siamo chiamati a strutturare sempre di più, non esiste azienda senza progettualità, la pianificazione in medio e lungo termine è obbligatoria ormai”. Nel territorio provinciale, annota: “Dobbiamo fare i conti con la nostra storia, è difficile paragonarla a realtà provinciali, come Treviso o Padova, già alla quarta o quinta generazione industriale. Ma non è un limite, bensì un’opportunità che va giocata investendo nella formazione”.
La crisi generazionale, infatti, pone non poche domande nel tessuto lavorativo polesano: “Investire nella formazione del personale, non dare niente scontato, è fondamentale” spiega Tancredi, dopo aver illustrato alcuni suoi esempi vissuti lungo la carriera, nel rapporto tra organi e enti locali. La difficoltà di attrarre le nuove generazioni, anche nel campo commercialistico, come ha esplicitato Borgato, è ancora un nodo da sciogliere. “Si riscontra che in Polesine per una professionista donna non è sempre semplice svolgere la professione”.
Concludendo, Scabin ha aggiunto: “Serve curare ogni singolo dettaglio, la comunicazione costante e quotidiana di un’azienda aiuta a essere attrattivi. A Rovigo le opportunità ci sono e ci saranno: i tempi sono maturi. In Veneto, Padova e Treviso sono provincie sature che hanno bisogno di trovare spazi, connessioni, espansioni. A noi sta il modo di trovare i potenziali interessati a investire, instaurando rapporti a lungo termine”.
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