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La veglia

“Un’alleanza sociale per dare speranza”

Il messaggio del vescovo all'incontro col mondo del lavoro

“Un’alleanza sociale dare speranza”

In vista della Festa dei Lavoratori, il polo t2i – incubatore certificato d’impresa al CenSer di Rovigo ha ospitato martedì l’evento “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”. Un momento di riflessione e preghiera promosso dalla Diocesi di Adria-Rovigo che ha riunito rappresentanti istituzionali, imprenditori, cittadini e autorità religiose. Il vescovo Pierantonio Pavanello, con il sindaco Valeria Cittadin hanno dato voce a un messaggio condiviso: il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma una vocazione, un diritto e un fattore essenziale di coesione sociale.

L’iniziativa si è aperta con un confronto sulle realtà imprenditoriali innovative del territorio rodigino, molte delle quali operano in settori ad alto contenuto tecnologico. Al centro del dibattito, il fenomeno sempre più preoccupante della “fuga di cervelli”: giovani laureati e specializzati che lasciano il Polesine, e spesso l’Italia, per cercare altrove le opportunità che il territorio non riesce a offrire.

Non sono mancate le riflessioni sulle nuove sfide che il lavoro oggi pone: la diffusione del lavoro da remoto e le sue implicazioni sociali, l’aumento della disoccupazione giovanile, la diffusione dei cosiddetti “lavori poveri” e la difficoltà crescente di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro.

La seconda parte dell’incontro si è svolta in forma di veglia, con momenti di meditazione e preghiera guidati dal vescovo. Tre le dimensioni su cui si è invitati a riflettere: il lavoro come vocazione, la speranza nei momenti di crisi, e la testimonianza concreta che ciascuno può offrire diventando segno di speranza per gli altri.

Il vescovo, nel suo intervento, ha rimarcato l’importanza di “un’alleanza sociale per uscire da una fase di ripiegamento sociale ed economico, che ha il suo indice più preoccupante nel cosiddetto ‘inverno demografico’, che ci affligge più delle altre province vicine e che ha un importante fattore proprio nell’emigrazione giovanile. Per convincere i giovani a rimanere o a ritornare, dopo una opportuna esperienza di studio e di lavoro fuori del Polesine, sono necessarie iniziative di eccellenza, capaci di diventare competitive con quanto offre il mercato del lavoro in altre parti d’Italia e in altri paesi europei”.

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