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SICUREZZA

Occhio alle telefonate mute

Le chiamate silenziose dei call center e i loro rischi

Occhio alle telefonate mute


Le telefonate mute sono un fenomeno che colpisce quotidianamente migliaia di italiani, generando ansia e preoccupazione. Queste chiamate, caratterizzate da silenzio o da un leggero rumore di sottofondo, sono spesso il risultato di sistemi automatici utilizzati dai call center per gestire un numero di chiamate superiore agli operatori disponibili. Tuttavia, dietro questo silenzio si nascondono anche potenziali minacce più gravi, come le "chiamate di ricognizione" utilizzate per verificare l'attività di un numero telefonico.


A dare chiarezza su questo fenomeno è il Garante della Privacy, che già dal 2014 ha stabilito limiti precisi per le telefonate mute. Secondo le direttive, non possono superare le tre ogni cento chiamate andate a buon fine, devono durare al massimo tre secondi e devono essere seguite da almeno cinque giorni di pausa prima di poter essere ripetute. Inoltre, è obbligatorio che ci sia un "comfort noise", un rumore di sottofondo riconoscibile, per evitare che l'assenza totale di suono generi agitazione negli utenti.


Le chiamate di ricognizione rappresentano un rischio più serio, poiché possono portare alla vendita dei numeri confermati a spammer o truffatori. La Cassazione ha chiarito che, se insistenti e moleste, queste telefonate possono configurare un reato ai sensi dell'articolo 660 del Codice Penale. Per difendersi, i cittadini possono segnalare i numeri sospetti direttamente al Garante utilizzando  Spid o Cie. È fondamentale che gli utenti siano consapevoli dei propri diritti e delle misure di protezione disponibili. Segnalare tempestivamente le chiamate sospette e mantenere aggiornati i propri dati di contatto con il Garante della Privacy sono passi essenziali per tutelarsi da possibili abusi.

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