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IL CONVEGNO

Guardia sempre alta contro il terrore

Gli esperti: “Monitorare continuamente. A volte le minacce arrivano anche nei piccoli centri”

“Rovigo non è un grande centro ma devo dire che, dal punto di vista della minaccia terroristica, non c’è grande differenza tra grandi città e piccole: tutte le ultime operazioni hanno riguardato minori radicalizzatisi nel web e si sono attuate in centri medio piccoli, proprio per la natura dello strumento di propaganda che è trasversale in tutto il paese”. Ha esordito così Lucio Pifferi, direttore centrale della polizia di prevenzione, ospite e relatore del convegno “Il terrorismo nazionale ed internazionale tra passato, presente e futuro”, tenutosi ieri nella sede dell’università Ferrara, dipartimento di giurisprudenza, a Palazzo Angeli.

Si è parlato di terrorismo, in tutte le sue sfaccettature: impossibile non risentire le voci delle tante stragi che hanno insanguinato l’ultima coda del secolo breve, nell’Italia della prima repubblica, nientemeno indelebili gli scoppi delle cinque bombe tra Roma e Milano quel 12 dicembre ’69, dalla situazione nazionale a quella mondiale con gli schianti alle torri l’11 settembre. Sono stati molteplici i punti di vista offerti dall’incontro.

Organizzato nell’ambito del corso di diritto processuale penale tenuto da Daniele Negri, l’evento ha visto una grande partecipazione, tanti gli studenti del Cur, altrettante le autorità cittadine. A portare i saluti, il sindaco Valeria Cittadin, che ha elogiato: “Il nostro Paese ha conosciuto anni difficili, penso che le nostre forze dell’ordine dimostrino la dedizione e l’eccellenza nella sicurezza pubblica”. Ha seguito Enrico Ferrarese, presidente della Provincia: “Questo è un tema rilevante del quale è importante parlare partendo proprio dalla formazione universitaria”, per passare la parola al questore Eugenio Vomiero: “La vostra presenza, ragazzi, è significativa”. Ad aprire i lavori, Ciro Grandi, coordinatore della laurea magistrale in giurisprudenza: “È un momento che si colloca nell’ambito del rapporto di collaborazione instaurato da tempo con la polizia di Stato, un particolare con la questura di Rovigo, ben sappiamo come l’Italia si sia dovuta confrontare, sin dalla fine degli anni ‘60, dapprima con l’estremismo politico e in seguito, fino ai decenni più recenti, con il terrorismo internazionale di matrice jihadista”. Dall’attentato di Madrid nel 2004, alle stragi del 2015 a Parigi, a Manchester 2017, la minaccia terrorismo è monitorata costantemente.

“Non ci sono situazioni specifiche che riguardino il Veneto o questa provincia in particolare ma, come per tutte, l’attenzione è sempre massima” ha sottolineato Pifferi, sorvolando la storia degli attuali nuclei di controllo garanti della sicurezza pubblica e antiterroristica. Ancora negli occhi di tutti, l’esempio visto non più di due settimane fa, ai funerali di papa Francesco. Tra leader mondiali, teste coronate, folle di fedeli e gli “unicum” di una celebrazione cambiata, tutto si è svolto per il meglio, anche grazie a un sistema rodato che, come ha evidenziato il direttore, è cambiato migliorandosi nel tempo: “La situazione è ovviamente sotto controllo. Assicuro che le attivazioni sono tantissime perché arrivano dalle nostre articolazioni sul territorio, come le Digos, e vengono valutate singolarmente. Non può esser tralasciato nulla. In questo c’è un grande coordinamento”.

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