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"Voglio vedere in faccia chi ha ucciso mio figlio"

Il grido di dolore del padre di Lorenzo, 20 anni

Un grido di dolore e giustizia: il caso dell'omicidio di Castelfranco

In una tranquilla serata di maggio, il destino di una famiglia è stato tragicamente segnato da un evento che ha scosso l'intera comunità di Castelfranco Veneto. Lorenzo Cristea, un giovane di soli vent'anni, è stato brutalmente ucciso a coltellate nel parcheggio del Playa Beach Club. Un crimine che ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori dei suoi cari e ha sollevato interrogativi profondi sulla responsabilità e l'educazione dei giovani.

Vasile Cristea, il padre di Lorenzo, si trova ora a dover affrontare un dolore che nessun genitore dovrebbe mai provare. "Vorrei parlare con loro, fargli capire tutto il dolore che hanno provocato", afferma con voce rauca e determinata. Ma il perdono sembra un traguardo lontano. "Non credo che sarò mai capace di perdonarli", confessa, mentre cerca di trovare un senso in una tragedia che ha sconvolto la sua vita.

Non è solo la rabbia a parlare, ma una riflessione più ampia sulla responsabilità. "La colpa non è solo dei ragazzi", sostiene Vasile, supportato dal fratello Vjorel. "Se loro giravano con un coltello è perché nessuno gli ha detto che non si deve fare". Un'accusa che si estende ai genitori degli accusati, Badr Rouaji e Taha Behnami, rispettivamente di 19 e 22 anni. "I genitori devono controllare i figli", insiste Vjorel, sottolineando l'importanza di un'educazione che prevenga l'uso della violenza.

Un video ripreso con uno smartphone ha immortalato l'omicidio, fornendo una prova cruciale per le indagini. Le autorità sono ancora alla ricerca della seconda lama utilizzata nell'aggressione, mentre la comunità si interroga su come sia potuto accadere un tale atto di violenza.

Nel cortile di casa Cristea, sotto una pioggia incessante, si respira un'atmosfera di dolore e determinazione. "Vogliamo che paghino, ma non una vendetta", dichiara Vasile, deciso a cercare giustizia attraverso la legge. Anche il cognato Adriano Tasca esprime preoccupazione per la possibile clemenza del sistema giudiziario italiano. "Abbiamo paura che dopo cinque anni saranno di nuovo fuori", riflette, temendo per la sicurezza di altre famiglie.

Questa tragedia solleva questioni importanti sulla violenza giovanile e il ruolo dei genitori nell'educazione dei figli. È un appello a tutta la società affinché si rifletta su come prevenire simili tragedie in futuro. La storia di Lorenzo Cristea è un monito doloroso che non può essere ignorato.

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