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NUOVO CARCERE

“Minorile, attenzione e accoglienza”

In Gran Guardia, l'incontro promosso da Centro Francescano di ascolto e Caritas Diocesana

In Gran Guardia, l'incontro promosso da Centro Francescano di ascolto e Caritas Diocesana

“Sogna, ragazzo sogna - mai solo all’Ipm, per ripartire”: no, non è la canzone ma il messaggio che è arrivato chiaro, forte, ieri sera alla Gran Guardia di Rovigo nell’incontro organizzato dall’associazione di volontariato Centro francescano di ascolto di Rovigo insieme alla Caritas Diocesana, a pochi mesi dal nuovo Istituto Penale per Minorenni (Ipm) nel cuore del capoluogo. “Passeran le notti, finirà il dolore” continuava Vecchioni, stanno passando i giorni che ancora separano dall’apertura dell’istituto di via Verdi e, per questo motivo, la serata si è posta l’obiettivo di informare, ragionare, soprattutto conoscere una realtà che diventerà di prim’ordine per tutto il Triveneto.

Ad aprire il tavolo, Livio Ferrari, presidente del Centro francescano di ascolto, seguito dalle riflessioni di Pino Centomani, criminologo, sociologo, nonché esperto di giustizia minorile, Davide Girotto, direttore Caritas e Riccardo Pavan, amministratore delegato “Areté”. “C’è bisogno di attenzione e accoglienza, il carcere è il luogo peggiore per vivere da minorenne, perciò meno ci si sta, meglio è”, ha esordito Ferrari, ricordando l’importanza fondamentale che proprio il territorio attorno all’istituto riveste, per non farne un ghetto ma una possibilità di crescita, recupero, inclusione reciproca nei valori della giustizia sociale e umana. “Dobbiamo attrezzarci come territorio a creare un gruppo di volontari che possa entrarvici e che i ragazzi possano trovare la possibilità, in strutture di accoglienza, di iniziare un percorso vero di reinserimento”, ha aggiunto lasciando la parola a Centomani.

“La speranza è che sia un istituto con spazi reali per far fare ai ragazzi delle attività che siano utili per la loro formazione professionale, culturale; non dimentichiamo neppure il recupero scuole: alcuni pilastri fondamentali dei percorsi di trattamento educativo che da sempre si fanno negli istituti minorili”, ha commentato. Proprio per queste specifiche, in tempi brevi sarò creato un gruppo di volontari che, dopo un adeguato percorso di formazione, opererà nell’istituto per incontrare, dialogare e ascoltare i ragazzi, nell’ottica di una comunità che diventa attiva e partecipe nella strada della legalità possibile.

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