VOCE
veneto
12.05.2025 - 17:33
Un'ondata di e-mail fraudolente sta seminando il panico tra i cittadini della provincia di Treviso. Messaggi allarmanti, che si spacciano per comunicazioni ufficiali di improbabili uffici investigativi, minacciano gli ignari destinatari di iscriverli in un inesistente "registro dei delinquenti sessuali" se non rispondono entro 72 ore. La Questura di Treviso ha lanciato un appello alla popolazione per tenere alta la guardia contro questo pericoloso raggiro.
Mercoledì scorso, decine di trevigiani si sono rivolti alla Questura dopo aver ricevuto queste e-mail infamanti, che accusano di reati gravissimi come pedopornografia o pedofilia. Si tratta di un raggiro già noto alle forze di polizia, che ciclicamente torna a colpire con modalità sempre più sofisticate. I messaggi, corredati da loghi falsificati e terminologia pseudo-istituzionale, simulano la provenienza da sedicenti reparti speciali della Polizia Giudiziaria, come le inesistenti "Brigate Giudiziarie di Polizia".
Queste e-mail non solo minacciano un imminente mandato di arresto, ma avanzano anche richieste di denaro per archiviare la pratica o annullare il presunto procedimento. Si tratta di un chiaro tentativo di estorsione digitale, basato su tecniche di phishing e simulazione di atti giudiziari. In alcuni casi, i messaggi contengono allegati infetti da malware, che possono compromettere i dispositivi elettronici e portare al furto di informazioni sensibili.
La Polizia di Stato sottolinea che nessuna autorità giudiziaria o forza di polizia comunica accuse penali tramite e-mail o Sms, né richiede pagamenti di denaro. È fondamentale non rispondere a messaggi sospetti, non aprire allegati e non cliccare su eventuali link. Gli episodi vanno segnalati immediatamente attraverso il portale del Commissariato di PS Online o recandosi presso il più vicino ufficio di Polizia.
Al momento, nella provincia di Treviso non risultano casi di cittadini caduti nella trappola, ma il fenomeno resta sotto costante monitoraggio. Le truffe sono alimentate da gruppi criminali attivi soprattutto in alcune aree dell’Europa dell’Est e del Sud-est asiatico. "La Polizia di Stato invita tutti i cittadini a mantenere alta la guardia e a condividere queste informazioni", spiega un comunicato ufficiale, "in particolare con le fasce di popolazione meno esperte nell’utilizzo degli strumenti digitali, spesso le più esposte a questo tipo di raggiri". La sicurezza informatica è oggi parte integrante della sicurezza quotidiana, e riconoscere un inganno è il primo passo per difendersi.
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