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Elezioni a Porto Viro, “la città torni a contare”

Carlo Scabin, vicepresidente Confindustria Veneto Est: “Spero che chi vince si impegni in una vera progettualità”

Elezioni a Porto Viro, “la città torni a contare”

Carlo Scabin, vicepresidente di Confindustria Veneto Est

Il vicepresidente Confindustria Veneto Est: “Spero che chi vince si impegni in un reale progetto”

Torna a votare a Porto Viro, dopo molti anni in cui ha fatto base a Mogliano Veneto e segue da vicino la campagna elettorale. Il vicepresidente di Confindustria Veneto Est Carlo Scabin chiede alla futura amministrazione che “Porto Viro torni a contare visto che è la terza città della provincia”.

Scabin parla, a margine dell’assemblea di BancAdria Colli Euganei in forza di una tradizione familiare legata a Porto Viro (è amministratore delegato di Delta group agroalimentare che ha sede in città): “Non mi sono mai sentito lontano dal mio territorio di origine, dove ovviamente le generazioni della mia famiglia hanno vissuto e da dove nascono le nostre radici. La partita è molto interessante, non la do per niente scontata. Mi auguro che chiunque vinca sia impegnato in una vera progettualità, che è quello che poi merita il terzo comune più importante della provincia”.

La corsa a quattro per la poltrona da sindaco viene così commentata dal vicepresidente di Confindustria Veneto Est: “È una corsa sicuramente importante. Sono quattro profili estremamente diversi tra di loro. Io non li conosco personalmente, ho avuto modo di incontrarli ovviamente, di scambiare quattro chiacchiere con un po' di curiosità, per cui ritengo che la partita sia molto aperta, però diciamo che sono molto curioso”.

Portoviro è, d’altra parte, un territorio che anche economicamente esprime molte potenzialità. L’azienda di Scabin ne è un esempio. Che cosa manca questa città? “Diciamo che è difficile elencare quello che manca perché credo che ogni territorio abbia piccole mancanze su cui lavorare. Credo che l’amministrazione debba mantenere un contatto diretto con tutte le componenti della cittadinanza, perché poi alla fine bisogna ascoltare tutte le campane e avere un rapporto diretto, concreto e pragmatico, avere il polso della situazione e non fantasticare.”

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