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Finta chiamata della banca: è una truffa

Ecco come difendersi

Il Comune dritto sui cellulari

Una donna si è trovata sull'orlo di una truffa da 49mila euro. La  cinquantenne residente nel veronese, aveva pianificato di aprire un nuovo conto presso la sua banca. Dopo aver tentato invano di contattare il call center nei giorni precedenti, si era recata di persona alla filiale, trovandola però affollata.

Mentre attendeva di poter tornare in banca, ha ricevuto una telefonata apparentemente innocua. Sul display del telefono compariva il numero della sua banca. Dall'altro capo, un uomo che si presentava come Marco, conosceva dettagli precisi: nome, cognome, filiale di riferimento, numero di conto e saldo. Questo ha indotto Giulia a fidarsi, almeno inizialmente.

Marco ha poi affermato che era stato effettuato un bonifico di 49mila euro dal suo conto verso un destinatario sconosciuto. Ha spiegato che era in corso un'indagine interna per smascherare un dipendente infedele e che la questura l'avrebbe contattata a breve. Poco dopo, infatti, Giulia ha ricevuto una seconda telefonata, questa volta dal numero della questura, grazie a una tecnica di spoofing che permette di mascherare il numero reale del chiamante.

I truffatori hanno cercato di convincerla a effettuare un bonifico urgente di 49mila euro verso un conto "sicuro", fornendole un Iban al telefono. Le hanno raccomandato di non chiudere la chiamata fino al completamento dell'operazione, avvertendola che la banca avrebbe potuto tentare di dissuaderla.

Nonostante le pressioni, Giulia ha mantenuto la calma. Ha finto di eseguire il bonifico, ma ha subito contattato il direttore della sua filiale e un amico carabiniere per verificare la situazione. Resasi conto della truffa, ha sporto denuncia in questura. "Mi sento violata - ha dichiarato - hanno manipolato le mie informazioni personali e imitato le istituzioni in cui crediamo".

In seguito alla denuncia, la banca ha deciso di apporre cartelli antitruffa in tutte le sue filiali per avvisare i clienti dei rischi di simili raggiri. La prontezza di Giulia ha evitato che i truffatori riuscissero nel loro intento, ma il caso rimane un monito per tutti: mai fidarsi ciecamente delle apparenze, soprattutto quando si tratta di denaro e sicurezza personale.

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