VOCE
CRONACA
15.05.2025 - 20:00
Il Tribunale dell’Unione Europea ha inflitto un duro colpo alla Commissione europea, annullando la decisione con cui Bruxelles aveva negato l’accesso agli sms scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla.
Il caso, sollevato da una richiesta del New York Times, ruota attorno alle trattative per l’acquisto dei vaccini anti-Covid, ed era emerso nel 2021, quando von der Leyen aveva rivelato di avere uno scambio diretto con Bourla via sms durante le trattative con Pfizer.
Secondo il verdetto, gli sms – per quanto brevi o informali – rientrano a pieno titolo nella definizione di documenti accessibili al pubblico, se contengono informazioni sostanziali relative all’attività istituzionale. La Corte ha dunque sancito che la Commissione ha violato il principio di trasparenza, tutelato dai Trattati europei.
Nella sentenza, i giudici europei non risparmiano critiche: la Commissione avrebbe fornito risposte incoerenti, vaghe e a tratti solo ipotetiche sull’esistenza e sul contenuto degli sms. Ancora più grave, secondo il Tribunale, è stata la mancanza di giustificazioni credibili sulla mancata archiviazione dei messaggi, trattati come comunicazioni irrilevanti anziché come documenti ufficiali.
Nonostante le pressioni di giornalisti, parlamentari e ONG, la Commissione aveva dichiarato che quei messaggi non erano più disponibili e che comunque non contenevano informazioni di rilievo. Una posizione ora ufficialmente smentita dal Tribunale.
La sentenza ha scatenato immediate reazioni politiche. Da sinistra a destra, piovono accuse di opacità e richieste di riforma. Il gruppo The Left ha parlato di "corruzione ai più alti livelli" e ha rilanciato la proposta di creare un organismo etico europeo indipendente.
Dura anche la posizione della Lega: "Un’umiliazione per l’Europa", ha dichiarato l’eurodeputato Paolo Borchia, criticando il comportamento della Commissione come "gravemente lesivo della fiducia dei cittadini".
Bruxelles ha fatto sapere che "esaminerà attentamente la sentenza" prima di decidere i prossimi passi. Intanto, il caso segna un precedente importante: anche gli sms, se utilizzati per finalità pubbliche, devono essere trattati come atti amministrativi, accessibili ai cittadini e soggetti a rendicontazione.
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