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16.05.2025 - 19:00
Viaggiare in aereo potrebbe presto diventare un'esperienza più costosa e meno tutelata per i passeggeri europei. La Commissione Europea sta lavorando a una riforma del regolamento che disciplina i diritti dei viaggiatori in caso di ritardi, cancellazioni o disservizi. Questa proposta, attualmente al centro di un acceso dibattito, potrebbe ridurre significativamente le compensazioni economiche oggi garantite ai passeggeri, sollevando preoccupazioni tra i consumatori e le associazioni di tutela.
Il cuore della proposta di riforma riguarda l'innalzamento delle soglie minime per ottenere un indennizzo. Attualmente, un ritardo di almeno tre ore dà diritto a compensi tra 250 e 600 euro. Tuttavia, il nuovo schema prevede soglie di 5, 9 o addirittura 12 ore, escludendo così circa l'85% dei casi che oggi beneficiano di un rimborso, secondo la rete ECC (European Consumer Centres Network). Questo cambiamento potrebbe costringere i passeggeri a coprire di tasca propria i costi accessori, come pasti, hotel o nuove prenotazioni, senza alcuna compensazione automatica. Un altro aspetto critico della riforma riguarda i tempi per la "riprotezione", ovvero l'obbligo delle compagnie aeree di offrire un volo alternativo in caso di cancellazione. Le nuove regole estenderebbero questa finestra fino a 12 ore, un lasso di tempo che potrebbe compromettere la riuscita di viaggi legati a impegni lavorativi o appuntamenti improrogabili, con conseguenti perdite di opportunità e produttività.
Secondo ItaliaRimborso, nel 2024 solo in Italia si sono registrati 1.736 ritardi gravi (oltre tre ore), 924 cancellazioni e 141 casi di overbooking o smarrimento bagagli. Se tutti i passeggeri coinvolti avessero esercitato il diritto al rimborso, il totale da corrispondere avrebbe superato i 200 milioni di euro. Con le nuove regole, una larga parte di questa somma potrebbe rimanere nelle casse delle compagnie, alleggerendo i costi operativi ma scaricando il rischio direttamente sui consumatori. La riforma amplia anche la definizione di "circostanze eccezionali", ovvero le condizioni in cui le compagnie sono esentate dal pagamento dei rimborsi. L'attuale normativa esclude da queste cause guasti prevedibili o scioperi interni, ma la nuova formulazione potrebbe includerli, riducendo ulteriormente le situazioni in cui il passeggero ha diritto a un risarcimento.
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