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Narcotizzate e abusate: allarme per la droga dello stupro

Due casi in pochi giorni, indagini e paura

"Mi ha stuprata in spiaggia"

Jesolo, una delle mete turistiche più amate del litorale veneto, è di nuovo sotto i riflettori per un motivo inquietante: l'uso della cosiddetta "droga dello stupro". Due episodi recenti hanno riacceso l'allarme, sollevando preoccupazioni tra residenti e turisti.

Sabato scorso, una giovane ventenne ha denunciato una violenza sessuale avvenuta dopo un incontro con un ragazzo conosciuto sui social. L'appuntamento, che avrebbe dovuto essere un momento di svago, si è trasformato in un incubo. La ragazza, dopo aver consumato una bevanda, ha perso lucidità e si è ritrovata vittima di un abuso. Gli esami ospedalieri sono in corso per accertare la presenza di sostanze psicoattive nel suo organismo.

Non è un caso isolato. Solo una settimana prima, una trentenne del Trevigiano si è recata al pronto soccorso con sintomi riconducibili all'assunzione involontaria di "rape drugs". La donna ha raccontato di essere stata avvicinata da un giovane che, senza farsi notare, avrebbe aggiunto una pastiglia nella sua bevanda. Nonostante la confusione mentale, è riuscita a difendersi, evitando il peggio, ma riportando segni di violenza fisica.

L'uso di droghe come la ketamina e il Ghb per facilitare aggressioni sessuali non è una novità. Già una decina di anni fa, la dottoressa Carolina Prevaldi aveva lanciato l'allarme dopo aver isolato queste sostanze in pazienti del pronto soccorso di San Donà. Nonostante i convegni e gli approfondimenti medici, il problema persiste, alimentato dalla presenza di individui senza scrupoli che approfittano della vulnerabilità delle vittime.


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