VOCE
L'allarme
21.05.2025 - 06:23
“La dinamica imprenditoriale nell’ultimo decennio evidenzia un dato chiaro e trasversale: in tutte le aree della provincia di Rovigo le microimprese sono in flessione”. A dirlo è Cna Padova e Rovigo che, in fase congressuale, ha analizzato la dinamica delle imprese nel Polesine, nell’ultimo decennio, suddividendole per area territoriale e per dimensione.
Quello che emerge, in realtà, non sorprende. La fotografia delle sedi d’impresa attive in Polesine, infatti, recita: 7.616 micro imprese nel Delta, compresa Adria, e 13.379 in quello che, sulla base della suddivisione della Cna, viene definito “Polesine Ovest”, ovvero il resto della provincia, da Rovigo a Melara; 362 piccole imprese nel Delta e 706 nel resto del Polesine, 34 medie imprese nel Delta e 75 nel Polesine Ovest e una sola grande impresa nel Delta e 11 nel resto del Polesine. Già questa prima carrellata di numeri offre un’immagine ben precisa di come in Polesine le micro imprese, ovvero con meno di 10 lavoratori e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro, siano assolutamente prevalenti, oltre nove su dieci, il 94,64%, mentre le grandi imprese, con più di 250 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro, sono assolutamente marginali, appena lo 0,05%.
A conferma di un tessuto economico che rischia quindi di soffrire maggiormente le fluttuazioni congiunturali. E le dinamiche del mondo della pesca ne sono l’esempio più lampante: il bilancio della mortalità di imprese nel 2024 è stato, infatti, di 458 sedi in meno, ma solo il settore pesca e acquacoltura conta un bilancio in passivo di 302 unità, dalle 22.642 del 2023 alle 22.184 del 2024. Ma anche l’agricoltura ha perso 85 imprese, per un totale del primario di -386. Più di una al giorno. E anche l’anno che si è appena aperto ha numeri davvero pesanti, perché solamente nel primo trimestre sono nate 373 nuove imprese ma ne sono cessate ben 682, con un bilancio quindi pari a ben -309 sedi d’impresa in tre mesi, il peggior saldo percentuale d’Italia.
Guardando poi alle dinamiche nel tempo, emerge chiaramente come negli ultimi dieci anni il calo generalizzato di imprese, pari a ben il -13,4%, e con il Delta meno in crisi rispetto al resto della provincia, calando il primo del -11,7% ed il Polesine Ovest del -14,3%, sia proprio frutto dell’alta mortalità delle micro imprese. Per le aziende sotto i 10 dipendenti, infatti, dal 2014 il calo è stato del -14,2% su scala provinciale, con il Polesine occidentale che ha subito una flessione ancora più importante dell’area del Delta, rispettivamente il -12,7% ed il -15,1%.
Un po’ a sorpresa, ma nemmeno troppo, perché c’entra, fortunatamente, anche il processo di consolidamento delle realtà più strutturate, fra 2014 e 2024 sono cresciute le piccole imprese, con meno di 50 dipendenti e fatturato sotto i 10 milioni, il +4,9% complessivo, frutto di un +2,3% nel Polesine Ovest e di ben il +10,4% nel Delta. In crescita anche le medie imprese, che sono quelle che hanno fra i 50 e i 250 dipendenti e fatturato sotto i 50 milioni, cresciute del +6,9% in tutta la provincia, ma con una netta differenza territoriale: nel Polesine Occidentale sono infatti calate del -2,6%, mentre nel Delta sono cresciute addirittura del +36%.
Per quanto riguarda, infine, le grandi imprese, nel Delta una è e una era nel 2014, quindi non ci sono variazioni, ma in tutta la provincia crescono di ben il +71,4%, questo perché nel resto del Polesine sono aumentate del +83,3%.
“L’erosione riguarda solo le realtà più piccole, mentre quelle di medie dimensioni sono in crescita, dinamica che mette in luce una criticità sistemica: le microimprese, pur rappresentando la parte più consistente del tessuto economico, sono oggi le più penalizzate”. Lo ribadisce la Cna, che sottolinea come “a rappresentare il punto di vista delle imprese in questa fase cruciale per la rappresentanza saranno le nuove coordinatrici d’area elette nei giorni scorsi nelle assemblee territoriali: la rappresentanza rodigina, tutta in rosa, vede emergere Monia Maniezzi per l’area Polesine Ovest ed Emanuela Carlini per il Delta del Po. Nel difficile lavoro di rappresentanza, le coordinatrici saranno supportate dai dirigenti di sede: Alessandro Osti (Lendinara), Walter Gozzo (Occhiobello), Massimo Fidelfatti (Porto Viro)”.
Il percorso congressuale di Cna è lungo e intenso, ma i presidenti territoriali si trovano già ora a fare fronte all’emergenza relativa alle microimprese, le realtà più piccole ma anche quelle più diffuse e radicate sul territorio che perdono terreno anche a seguito della scarsa attenzione delle istituzioni nei loro confronti.
“In territori dove le microimprese sono la forma prevalente d’impresa - sottolineano le coordinatrici d’area Maniezzi e Carlini - queste flessioni significano meno attività aperte nei centri storici, meno servizi di prossimità, meno occasioni di lavoro locale. Eppure sono proprio queste realtà a reggere, spesso in silenzio, le economie di paese e di quartiere. Le difficoltà sono concrete: le microimprese fanno più fatica ad accedere ai fondi e agli strumenti pubblici perché sono meno strutturate. Inoltre, la maggior parte delle misure nazionali e regionali è pensata per chi ha già dimensioni medio-grandi. Per le piccole realtà servono strumenti ad hoc. E questo è un diritto garantito anche dall'articolo 45 della nostra Costituzione che affronta il tema dell’artigianato aprendo una specifica riserva costituzionale per il nostro comparto. Un comparto che ha il diritto di vedere riconosciuta dalla legge sia la propria specificità che quel ruolo di supporto diretto al proprio tessuto socio-economico di riferimento”.
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