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CRONACA

Figli con 2 mamme, ora si può

La Consulta apre alle famiglie omogenitoriali

Figli con 2 mamme, ora si può

Dal profilo Instagram di @duemammetrefigli

Con una sentenza storica, la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto dei figli nati in Italia da coppie di donne tramite fecondazione eterologa praticata all’estero a essere registrati con due madri fin dalla nascita. La decisione, contenuta nella sentenza n. 68/2024, rappresenta un passaggio fondamentale per il riconoscimento della genitorialità nelle famiglie omogenitoriali.

La Consulta ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Lucca, superando i vincoli introdotti da una circolare del Ministero dell’Interno, che in casi come quello di Padova aveva impedito il riconoscimento della madre non biologica. Ora, per i giudici costituzionali, questa prassi viola diversi principi fondamentali della Carta.

Un diritto nel nome del bambino

Secondo la Corte, negare al figlio il riconoscimento della madre intenzionale (ossia colei che ha condiviso con la madre biologica il progetto genitoriale tramite PMA all’estero) le mette in discussione l’identità personale e l’interesse superiore del minore. Una violazione degli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, che tutelano rispettivamente la persona, l’uguaglianza e i diritti del bambino nei confronti di entrambi i genitori.

«Chi accede alla procreazione medicalmente assistita assume un impegno di responsabilità genitoriale condivisa – osservano i giudici – e da questo vincolo nessuno dei due può sottrarsi». Il figlio, infatti, ha diritto a cura, educazione, affetto e continuità di rapporto da parte di entrambi i genitori, anche se dello stesso sesso.

Donne single escluse: non è incostituzionale

Diversa la valutazione della Corte rispetto all’accesso alla PMA per le donne single, oggetto della sentenza n. 69/2024. In questo caso, il divieto previsto dalla legge italiana resta valido, perché – secondo la Corte – non è manifestamente irragionevole. La decisione legislativa di non consentire l’accesso alla fecondazione assistita in assenza di una figura paterna è ritenuta coerente con le attuali considerazioni bioetiche e sociali.

La Consulta, tuttavia, non chiude la porta a un cambiamento futuro: la Costituzione non impedisce al legislatore di modificare l’attuale normativa per estendere l’accesso alla PMA anche alle donne sole. Ma, sottolinea la Corte, una scelta simile spetta al Parlamento e non ai giudici.

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