VOCE
CULTURA
22.05.2025 - 19:50
Giacomo e la sua idea europea rivivono, a 140anni dalla nascita. Dagli scranni di legno dell’aula che - oggi - porta il suo nome, Matteotti aveva urlato ai colleghi della maggioranza: “Abbasso la guerra… siete degli assassini!”.
Era il 5 giugno del 1916, la sala era la stessa, nel da poco ultimato palazzo Celio, l’ambiente era diverso. L’idea di Europa unita era quasi un’utopia, oggi invece, una realtà davanti a uno scenario mondiale complicato e instabile. A parlarne, il convegno svoltosi ieri mattina in Provincia in occasione dell’anniversario di quel 22 maggio 1885 in cui nacque a Fratta il futuro deputato socialista. Organizzato dall’Istituto polesano per la storia della Resistenza, insieme all’associazione culturale Giacomo Matteotti di Rovigo, l’evento ha visto la presenza del prefetto, Franca Tancredi, del procuratore del Repubblica, Manuela Fasolato,del questore Eugenio Vomiero, Lucia Ghiotti, consigliera provinciale, Giancarlo Moschin, presidente dell’associazione organizzatrice, seguito da Maria Lodovica Mutterle, direttrice della casa museo di Fratta e Pier Luigi Bagatin, presidente Accademia dei Concordi.
“Parlare oggi di Europa è necessario, considerando il contesto attuale. Matteotti già ne parlava a suo tempo, anticipando i tempie proseguendo quella riflessione iniziata anni prima da Mazzini - ha sottolineato Tancredi, durante i saluti di apertura, continuando - il percorso europeo è ancora da perfezionare, è un percorso in cui pace e libertà non devono essere considerate come conquiste definitive ma bensì realtà coltivate continuamente, sempre”.
Ad entrare nel tema cardine della giornata, Francesco Leoncini, uno dei massimi esperti di storia dell’Europa centrale e dei paesi dell’Est, già docente a Ca’ Foscari: “Oggi vediamo quanto sia attuale, anzi, anticipatrice, l’idea di una Europa unita che, riprendendo il pensiero di Mazzini e Cattaneo, nella mente del grande nemico del fascismo e di tutti i nazionalismi avrebbe dovuto costituirsi come ‘Stati Uniti d’Europa’, un mondo nuovo in cui solidarietà fra popoli e unità culturale, pur alimentata da identità diverse, prevalgano su particolarismi e nazionalismi”. La riflessione iniziata, terminata la fatica del Risorgimento, dal patriota genovese, ha continuato Leoncini: “Con ciò che ha espresso contro tutto e tutti, il patriota polesano. Ci spinge a interrogarci oggi, perché il suo esempio non venga meno, in un’Europa odierna in bilico tra le grandi potenze mondiali e alla ricerca di una sua identità”.
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