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L’EVENTO

Passa la rosa, il centro fa la ola

Una Rovigo piena come non mai festeggia la partenza della tappa del Giro d’Italia

Meglio di così, davvero, non poteva andare. Il Giro è arrivato in Veneto, e Rovigo ha dato alla Corsa rosa un benvenuto da cartolina. Centro pieno già da metà mattinata e gran conto alla rovescia fino alle 12.55, quando - esattamente all’ora indicata - Valeria Cittadin e Luca Zaia, ciascuno con la propria bandierina rosa, hanno dato il via ufficiale alle tredicesima frazione del Giro 108, la prima a prendere le mosse da Rovigo dopo il 1946. Una giornata storica, che ha portato migliaia di persone in città: non soltanto appassionati di ciclismo, ma una enorme folla di persone vogliose di godersi quello che è prima di tutto un grandissimo evento popolare.

Poi, certo, la competizione sportiva ha il suo peso. E in molti, dalle 10.30, hanno iniziato a popolare le transenne di piazzale Di Vittorio e via Sacro Cuore, nella speranza di vedere i propri idoli ciclistici scendere dai bus dei vari team, per recarsi al foglio firme prima e al via poi. Intanto, in piazza Vittorio fremeva l’attesa. Alle 11.56, la Jayco Alula del veneto Filippo Zana è la prima squadra a salire sul palco a pendersi gli applausi.  Applausi che accompagnano come una ola anche l’arrivo dei ciclisti in piazza, espandendosi da piazza Duomo al Corso, fino all’ingresso sul liston, dal lato della Gran Guardia. Poi, quando passano i big, parte il boato. Succede per Primoz Roglic, che sale sul palco con i suoi compagni della RedBull-Bora alle 12.22, e succede - forse in misura addirittura maggiore - quando 12 minuti più tardi è la volta della maglia rosa, Isaac Del Toro, assieme al compagno di squadra e secondo in classifica Juan Ayuso. E a proposito, Maurizio Patrese, figlio di Orlando, storico ds della Mantovani Rovigo, ha premiato proprio Del Toro e Ayuso, con due targhe a ricordo di questa giornata storica. 

Intanto, in casa Uae, la loro squadra, a osservare da vicino i propri atleti c’era Marco Marcato, padovano, ds della formazione “emiratina”, non in corsa ma pronto a ricevere il testimone da Fabio Baldato (anche lui veneto) in vista del Tour: “Queste sono le strade di casa mia”, sorride Marcato. Poi si fa serio: “Da domenica ad Asiago faremo sul serio. Avere i primi due in classifica è un problema che in molti vorrebbero avere. Cercheremo di difendere queste posizioni”. E svela: “Farò Delfinato, Tour e Vuelta con Tadej Pogacar. L’obiettivo è vincere entrambi i grandi giri: lui ha già dimostrato di poterlo fare, e noi ci crediamo”.

Quindi via, tutti sul Corso per il via alla tappa. Il gruppo fa la passerella in centro offrendosi a curiosi e appassionati, ma soprattutto ai tanti fotografi amatoriali che aspettavano di immortalare i ciclisti, poi imbocca viale Porta Adige, fa l’inchino al Polesine e se ne va verso Vicenza a velocità sostenuta.

Alle 13.30, dal Corso e dalle altre strade sono già sparite le transenne e la città può tornare alla normalità. Ma con un sorriso rosa stampato sul volto. Arrivederci, Giro.

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