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l’iniziativa

“Anche qui un cappella dedicata al rugby”

La fede scende in campo a San Bortolo in vista della finale

“Anche qui un cappella dedicata al rugby”

E’ un filo, anzi, una palla, quella che ieri pomeriggio ha unito una piccola cappella sperduta nelle Landes francesi, a Larrivière- Saint-Savin, con la parrocchia di San Bortolo a Rovigo. E tra le maglie di generazioni di atleti che si rincorrono, tra i muri di quello che fu un oratorio romano, anche la Madonna e il Bambino con sulle ginocchia il pallone ovale. Non era molto diversa la cappella di San Benedetto nella chiesa rodigina: ma i colori erano diversi. Rosso e blu coloravano e tingevano di ottimismo il momento di preghiera, in attesa della finalissima di domenica prossima a Parma.

“L’intenzione, piano piano, in accordo con la parrocchia, è quella di ricreare anche qui a Rovigo una Notre Dame - du- Rugby, nella patria di uno sport che significa molto per tutti noi” ha commentato poco prima dell’inizio del rosario, Giancarlo Checchinato, ex gloria della formazione del capoluogo. Su intuizione dell’abate Michel Devert, nei turbolenti e ruggenti anni ’60, venne costruita infatti quella che oggi - a tutti gli effetti - è un vero e proprio santuario del rugby francese, una tappa di fede e sport per tutti gli appassionati e per coloro che, come hanno sottolineato i parroci, don Andrea Varliero e Christian Malachin: “Trovano i valori della vita in questo sport fatto di comunità, squadra e fratellanza”.

A introdurre la preghiera, un timido sole di maggio sui marmi di quella che fu abbazia, come, caso non volesse, il piccolo tempietto francese. Dopo gli intermezzi musicali al flauto, il “fioretto” ha ricordato i cinque momenti tipici della preghiera mariana ma sotto la lente dello sport: la “buona battaglia” di paolina memoria, la gioia di essere squadra, la speranza nella vittoria e l’affidamento per essere uniti anche nella “terribile mischia dell’esistenza”. Parole e intuizioni del fondatore dello sport, l’anglicano William Webb Ellis, che sono riecheggiate tra emozione e tanta voglia di stare insieme. Tra la cinquantina di presenti, tanti gli esponenti della Rugby Rovigo Delta; tra questi, il presidente Francesco Zambelli e il direttore sportivo Paul “Polla” Roux. Il momento si è concluso con l’affidamento della squadra verso l’atteso fine settimana. E se è di ispirazione francese la cappella che dovrà nascere anche a Rovigo, chissà che il patrono di Parma, Ilario di Poitiers, altrettanto francese, non aiuti anche lui la palla a fare meta.

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