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Nove ore d’attesa, “non era urgente”

L’Ulss 5: “Situazione stabile e non grave, quel giorno ci sono stati 155 accessi, 12 finiti con ricovero”

Nove ore d’attesa, “non era urgente”

L’Ulss 5: “Situazione stabile e non grave, quel giorno ci sono stati 155 accessi, 12 finiti con ricovero”

Viene portato al pronto soccorso e rimane in attesa oltre nove ore. Ma l’Ulss 5 chiarisce, spiegando che la prescrizione era di una visita specialistica e non al pronto soccorso.

È successo a un anziano di 88 anni, invalido, che dopo essere stato accompagnato al pronto soccorso dai familiari per un controllo ed essere rimasto in attesa fino a tarda serata, è stato riportato a casa senza essere stato visitato.

A raccontare la storia il genero dell'anziano: “Dopo essere stato assistito dal personale medico della clinica di Santa Maria Maddalena a causa di una problematica urinaria dolorosa, l’anziano, dopo la visita nella quale gli era stato applicato un catetere vescicale (dispositivo Foley) è stato dimesso con l’indicazione di effettuare un controllo urologico al pronto soccorso di Rovigo il giorno seguente - racconta - Mio suocero è quindi stato accompagnato al pronto soccorso di Rovigo che ha attribuito all’uomo un codice bianco, facendolo accomodare senza ulteriori accertamenti. L’anziano ha atteso dalle 11.30, senza ricevere alcuna informazione. Alle 17.40 mi sono recato allo sportello e mi è stato risposto che mancava solo una persona prima del suo turno. Nel frattempo, mio suocero è rimasto sulla sedia a rotelle, senza poter mangiare né assumere le terapie prescritte dal suo medico”. Alle 20.15, dopo quasi 9 ore mi sono nuovamente rivolto all’accettazione e sono stato rimproverato da un operatore, che mi ha detto che ‘Il pronto soccorso non è un supermercato dove prendi il biglietto e ti chiamano subito’. Pochi minuti dopo, un’infermiera si è affacciata nella sala d’attesa chiedendo di mio suocero, affermando che lo stavano cercando da tempo. A quel punto, sconfortato e stanco, mio suocero ha chiesto di tornare a casa e così è stato”.

L’azienda Ulss 5, interpellata sulla questione, ha voluto fare alcune precisazioni. “Il signore in questione accedeva al Pronto soccorso dell’ospedale, accompagnato dalla figlia. Al triage ha riferito un quadro di stipsi da giorni, in assenza di dolore addominale acuto. L'infermiere di triage, sulla base del sintomo ha attribuito un codice ‘bianco’ con scala dolore 1, come da linee guida regionali. II paziente era portatore di catetere vescicale, posizionato il giorno precedente per difficoltà alla minzione e dove era stato dimesso con diagnosi di ritenzione acuta d'urina ed indicazione a visita urologica, senza ulteriori precisazioni”.

L’Ulss aggiunge che “il personale di triage ha rivalutato successivamente il signore, confermando la stabilità del quadro clinico ed escludendo l'insorgenza di nuove problematiche. La direzione aziendale, comprendendo il disagio del paziente e dei suoi familiari per la lunga permanenza nella struttura, si scusa sinceramente. I servizi in parola sono già impegnati per realizzare percorsi particolarmente dedicati all’attesa degli anziani, più confortevoli e attenti alle esigenze di pazienti più fragili, ottimizzando comfort e accoglienza”.

L’azienda aggiunge poi alcune considerazioni: “Nel verbale di dimissione dal pronto soccorso di Santa Maria Maddalena non è stato consigliato l'accesso al pronto soccorso di Rovigo per visita urologica urgente, bensì la programmazione di una visita urologica. Nel caso specifico non vi era infatti urgenza nell'esecuzione della visita specialistica poiché il catetere vescicale era funzionante. È possibile che siano stati presi in carico pazienti con codice bianco e numerazione successiva a quella del signore poiché rientravano nei criteri di valutazione ambulatoriale come fast track. Alle 8 del 20 maggio al pronto soccorso erano presenti 32 pazienti già presi in carico dalla notte precedente, di cui 19 in osservazione breve intensiva (almeno 10 con indicazione al ricovero ed in attesa di posto letto in reparto). L'inizio della giornata con 32 pazienti già in carico comporta un significativo impegno di cure e di risorse, che determina un rallentamento nella presa in carico di ulteriori pazienti. Tuttavia, si è garantita la priorità secondo il codice colore, cercando di ridurre al minimo il rischio di evoluzione clinica. Nel corso del 20 maggio, gli accessi al pronto soccorso sono stati 155 (superiore alla media giornaliera ordinaria) e di questi 6 codici rossi, 39 codici arancioni, 5 codici gialli, 11 codici verdi e 94 codici bianchi (63%). Dei 155 pazienti accolti solo 12 sono stati ricoverati, mentre i rimanenti sono stati valutati, trattati ed infine dimessi, con conseguente impegno di risorse mediche e di comparto”.

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