VOCE
IL CONVEGNO
26.05.2025 - 18:56
“Handicappato”, “diversamente abile”, “invalido": termini che lasciano molto a desiderare, specie per chi è costretto a sentirseli rivolti quotidianamente, parole che pesavano tra le righe della legge 104 del ‘92 . Cambiarle è stato tra gli obiettivi del decreto legislativo 62/2024, entrato in vigore lo scorso 30 giugno. A presentarlo, ieri mattina nella cornice dell’Urban digital center di Rovigo, il ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli accompagnata da diversi esponenti regionali del Carroccio.
Promosso dalla Lega, in collaborazione con il Dipartimento disabilità del partito, l’incontro ha posto al centro un dialogo sulle tematiche fondanti di una riforma che, per il mondo della disabilità, ha annunciato e attuerà diversi cambiamenti tesi all’inclusione sociale, lavorativa e esistenziale, condensati nel cosiddetto “Progetto di vita”. Un modello, ha spiegato Locatelli in apertura: “Che mette la persona al centro a partire dai suoi desideri e dal diritto di scegliere, come previsto dalla convenzione Onu. Tanti anche gli altri aspetti, come la revisione del processo di valutazione dell’invalidità civile, con tanta semplificazione e sburocratizzazione. È un percorso radicale di cambiamento, di conseguenza, richiede i tempi necessari, anche a chi opera in questi settori, per adeguarvici”.
Salutato dal prefetto Franca Tancredi, dal questore Eugenio Vomiero, il ministro è stato accolto dal sindaco Valeria Cittadin, insieme all’assessore regionale della sanità, Manuela Lanzarin, tra il parterre di consiglieri comunali e autorità, anche il presidente della provincia, Enrico Ferrarese, la consigliera Laura Cestari e l’assessore regionale Cristiano Corazzari.
Molteplici gli aspetti che il decreto sviscera, a partire dalla definizione della condizione di disabilità. “La riforma nasce per ascoltare e superare la frammentazione tra il mondo sociale e sanitario. Per la prima volta si obbligano la parte sanitaria e quella sociale a cooperare tra di loro, insieme su un unico tavolo. Il decreto ha la sua rivoluzione epocale -ha aggiunto Locatelli- nel saper mettere insieme chi lavora in più ambiti. Tutti abbiamo le stesse opportunità e questo tema deve avere la stessa dignità sempre”. A moderare l’incontro, Laura Bocchi, responsabile del dipartimento disabilità della Lega Veneto. Dopo i saluti di Cittadin, Lanzarin ha rilanciato: “Fondamentale investire su inserimento lavorativo e abitativo, dove possibile. Bisogna rinforzare ma siamo sulla strada giusta”. E, proprio sulla residenzialità, immancabile un riferimento al tema Iras: “C’è stato un incontro la settimana scorsa con il sindaco di Rovigo: sono ottimista. Stiamo lavorando affinché questo ente importante, il principale di questa città, riesca a camminare con le proprie gambe”.
Per la nuova legge, si tratta di un salto di qualità, secondo Pietro Girardi, direttore Ulss 5 polesana, di un percorso da continuare per Giuliana Ballarini, direttrice Inps di Rovigo, mentre l’assessore comunale Nadia Bala ha concluso: “322 minori disabili nella nostra provincia, dei quali 243 tra i 5 e 16 anni. Con questo decreto lottiamo per un’autonomia effettiva”.
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