VOCE
rovigo
27.05.2025 - 18:30
"Una strage compiuta 33 anni fa e precisamente il 23 maggio 1992 è ancora oggi ricordata come simbolo della legalità e della lotta alla mafia. Un simbolo che non è solo storia, ma anche presente e futuro, un evento drammatico costato la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani". Parte da qui la riflessione di Virna Riccardi, vicesegretaria provinciale del Pd.
"Sono le nuove generazioni che devono valorizzare ogni anno il sacrificio di questi uomini dello Stato - procede la riflessione - Non dimenticare quell’eredità oggi significa soprattutto agire tutte e tutti ogni giorno, ovunque nella vita quotidiana, per combattere le mafie e difendere la nostra democrazia. Significa non sottovalutare mai l’infiltrazione mafiosa nell’economia ed elevare e rafforzare i presidi di legalità, giustizia sociale e trasparenza. Significa fare una battaglia culturale per estirpare l’omertà e contrastare la corruzione".
"Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appena sventato una delle manovre più inquietanti degli ultimi anni. Salvini e Piantedosi avevano infatti tentato di inserire nel decreto Infrastrutture una deroga sui controlli antimafia per il ponte sullo Stretto.
Una deroga che si usa nei casi di emergenza – per esempio i terremoti – e che invece loro volevano applicare a un’opera che, se tutto andrà bene, verrà completata nel 2032".
"Affidare la gestione e la supervisione dei controlli antimafia allo stesso ministero dell’Interno. Una mossa pericolosa, che avrebbe tolto ogni indipendenza ai controlli, spianando la strada a infiltrazioni, opacità, favoritismi. Un tentativo indecente, per un’opera da 14 miliardi di euro su cui la criminalità organizzata non vede l’ora di banchettare. Mattarella ha detto no. E ha imposto la rimozione dell’articolo. Perché la legalità non è un ostacolo da aggirare. È il fondamento di ogni momento e azione della nostra vita".
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