VOCE
CRONACA
28.05.2025 - 15:00
Il governo ha dato parere favorevole all’ordine del giorno presentato dalla Lega, nell’ambito del decreto Sicurezza, che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico per valutare la castrazione chimica volontaria nei casi di reati sessuali. L’odg, firmato dal capogruppo leghista in commissione Affari Costituzionali, Igor Iezzi, è stato accolto dopo una riformulazione proposta dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, che ha chiesto di precisare che l’impegno dovrà avvenire “conformemente agli impegni già assunti”.
La Camera ha approvato la fiducia al decreto con 210 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astenuti.
L’ordine del giorno impegna il governo a istituire “quanto prima” una commissione o un tavolo tecnico per valutare, nel rispetto dei princìpi costituzionali e degli obblighi sovranazionali, l’introduzione – su base volontaria e con il consenso del condannato – di trattamenti sanitari contro la recidiva nei casi di violenza sessuale o altri gravi reati a sfondo sessuale. Si fa riferimento a percorsi assistenziali di tipo psichiatrico e farmacologico, inclusi eventuali trattamenti androgeno-bloccanti, temporanei e reversibili.
Immediate le reazioni del Partito Democratico. I capigruppo dem nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, Simona Bonafè e Federico Gianassi, insieme al responsabile Sicurezza Matteo Mauri, hanno duramente criticato la misura: “Il via libera del governo a un odg che apre alla castrazione chimica rappresenta un pericoloso scivolamento verso pratiche che ricordano pene corporali, in contrasto con la Costituzione e con i princìpi dello Stato di diritto”.
I rappresentanti del PD hanno inoltre espresso preoccupazione per il sostegno all’iniziativa da parte di forze tradizionalmente garantiste come Forza Italia, definendolo “un inquietante segnale di deriva giustizialista”. “Il nostro ordinamento – concludono – non può cedere a scorciatoie punitive di stampo medievale. Il governo rifletta seriamente sulle implicazioni di questa proposta e ritiri il proprio sostegno a misure che rischiano di minare i fondamenti del nostro sistema giuridico”.
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