VOCE
tribunale di rovigo
28.05.2025 - 21:30
Per avere un minimo effetto stupefacente, sarebbe stato necessario sniffare circa 45 grammi di quella “droga”. Difficile. Impossibile.
Questo il verdetto del consulente che era stato chiamato a valutare il potenziale stupefacente dei circa 500 grammi di “cocaina” - o presunta cocaina - il cui possesso veniva contestato a un giovane albanese. I fatti per i quali ci si trovava di fronte al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Rovigo risalivano all’inizio del 2024.
Nella giornata di oggi era prevista l’udienza preliminare. Nel corso della quale, ovviamente, è emersa anche la consulenza che era stata richiesta e che non è decisamente apparsa in grado di suffragare la tesi dell’accusa. Da quel mezzo chilo di presunto stupefacente, infatti, si sarebbero potute ricavare poco più di dieci dosi di cocaina. Questa la conclusione, una volta terminate tutte le analisi di rito.
A quel punto, anche la Procura ha deciso di chiedere il proscioglimento, ritenendo non fosse possibile sostenere, a dibattimento, l’accusa originaria.
In questo senso, anche la ricostruzione della difesa, affidata all’avvocato Federica Doni del foro di Rovigo. Che, comunque, era in ogni caso pronta a sostenere l’estraneità del proprio assistito alle accuse che gli venivano contestate.
Secondo la ricostruzione dell’indagato e della difesa, infatti, il giovane albanese nulla avrebbe saputo del contenuto di quel pacco, che gli sarebbe stato chiesto, secondo questa versione dei fatti, unicamente di consegnare. Era proprio in questa fase, secondo la ricostruzione dell’accusa, che sarebbe stato intercettato dalla polizia giudiziaria, impegnata in una indagine, e arrestato.
Inizialmente, a quanto si apprende, il narcotest avrebbe rivelato una positività della sostanza, ma le successive analisi hanno dato, come detto, un riscontro del tutto differente. Praticamente impossibile, infatti, parlare di droga vera e propria, a meno di non trovare qualcuno in grado di sniffare 45 grammi, chiaramente. Inevitabile, quindi, fare calare il sipario sull’indagine e sul procedimento penale.
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