VOCE
CRONACA
30.05.2025 - 13:00
Per anni, in Puglia, si è parlato dell’oro rosso come di una promessa. Una ricchezza potenziale nascosta tra i rami dei ciliegi, che avrebbe potuto cambiare la vita di intere comunità agricole. Ora quella promessa sembra essersi concretizzata – almeno sugli scaffali dei supermercati.
A Milano, infatti, le ciliegie sono diventate quasi un bene di lusso: 23,30 euro al chilo per la varietà Bigarreau. "Figuriamoci quando arriveranno le Ferrovia", osserva Terry De Pietro di Coldiretti.
Le ciliegie “Ferrovia”, tra le più pregiate insieme alle “Vignola”, prendono il nome da una leggenda: nel 1935, un nocciolo lanciato da un treno sarebbe germogliato nel giardino di un casellante. Da allora Turi, in provincia di Bari, è diventata la capitale italiana delle ciliegie, con la Puglia che oggi produce il 30% del raccolto nazionale.
Eppure, fino a poco tempo fa, le ciliegie non venivano certo trattate come un prodotto da boutique. A Milano, fino a qualche anno fa, il vero “lusso rosso” erano le ciliegie cilene vendute a dicembre. Oggi, invece, le nostrane “Ferrovia” di maggio fanno notizia.
Dietro al boom dei prezzi c'è una crisi produttiva. Coldiretti stima un calo del raccolto tra il 70 e l’80%, colpa di un clima impazzito: caldo anomalo, gelo improvviso ad aprile e poi grandinate devastanti. A peggiorare la situazione, la carenza di braccianti agricoli. A Turi, per far fronte alla richiesta, il Comune ha dovuto mettere a disposizione un intero stabile per ospitare 90 lavoratori stagionali, molti dei quali migranti.
Per capire la situazione attuale bisogna tornare indietro di qualche anno. Era il 2021 quando, a Casamassima, gli agricoltori gettavano per strada le casse di ciliegie “Ferrovia”. I grossisti le pagavano appena un euro al chilo, troppo poco per coprire i costi. Molti produttori, delusi, decisero di riconvertire i campi: via i ciliegi, dentro vigne o ulivi. Più semplici da gestire, meno deperibili, e con l’olio d’oliva in costante ascesa di prezzo.
Paradossalmente, oggi le ciliegie sono tornate a essere un frutto richiesto. I consumatori preferiscono i “piccoli frutti” perché non c'è bisogno di pelarli. Il risultato? Sotto i cinque euro al chilo, le ciliegie non si trovano più. Ma nonostante il boom dei prezzi al dettaglio, i contadini guadagnano poco.
Un raccoglitore costa circa 70 euro al giorno, spiega l’agricoltore Fanelli. Poi c'è il margine del grossista, il trasporto e infine il ricarico della grande distribuzione. Così un chilo di ciliegie, che esce dal campo a 5-6 euro, arriva a 9-13 euro sul mercato, con picchi di 20 euro a Roma, 23 a Milano e oltre 13 a Bologna.
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