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Rovigoracconta

“Da oggi sciopero della fame”

L’annuncio durante il dialogo sull’“ascolto attivo”. E Mastrantonio riflette sulla speranza

“Da oggi sciopero della fame”

La mattina dell’ultimo giorno di Rovigoracconta è iniziata con folte platee di pubblico in ogni location toccata, al chiuso e all’aperto. Tema di quest’anno è il riconoscersi, il guardarsi dentro, attraverso anche le storie degli altri come accaduto alle 11 a palazzo Roncale con il giornalista Luca Mastrantonio che ha presentato il suo nuovo libro intitolato “Piombo e latte”, edito per Bompiani. Un non fiction novel che prende spunto da due storie legate a doppio filo, seppur distanti nel tempo, quella del dottor Hamer che ha visto il figlio Dirk nel 1978 morire per un colpo d’arma da fuoco nel caso che ha coinvolto Vittorio Emanuele di Savoia, definito da Mastrantonio “il giusto esempio di inetto novecentesco non avendo potuto accedere al trono pur essendo alimentato da questo sogno”, all’isola di Cavallo in Corsica.

Il dottor Hamer, definito “un biologista spietato”, è lo stesso che ha poi dato impulso alla nuova medicina germanica che in tanti hanno inseguito per alimentare però false speranze, come purtroppo accaduto, come raccontato nel libro, a una giovane ragazza diciassettenne malata di leucemia che avrebbe potuto essere salvata con specifiche cure, i cui genitori sono stati poi condannati e che nel libro si chiama Angela, ma che si intuisce essere Eleonora Bottaro, residente a Bagnoli di Sopra. Foltissima la platea che ha ascoltato il giornalista del Corriere della Sera intervistato da Marta Perego. “Intorno a queste questioni - ha detto l’intervistato - ci si domanda quale siano il senso della vita e della morte e fino a che punto può arrivare la ricerca della speranza da parte dell’essere umano”.

Tra gli eventi della mattinata, anche un incontro meditativo con Selene Calloni Williams, uno spettacolo per bambini con Otto il Bassotto, gli incontri con gli autori Alberto Grillo e Erica Cassano.

Momento clou al termine della mattinata, quello che si è tenuto ai giardini di piazza Matteotti. Sotto le fronde degli alberi, una foltissima platea ha potuto ascoltare le parole di due massimo esperti dell’antropologia e della sociologia: Marianella Sclavi e Salvatore La Mendola, dialogo diretto, in quella che è stata definita una “danza”, da Roberto Fioretto. L’evento si è sviluppato alla luce dei due cult scritti dai professori, la prima “Arte di ascoltare e mondi possibili”, che quest’anno compie 25 anni e ha rivoluzionato il modo di intendere l’ascolto dell’altro, il secondo “Centrato e aperto”, in cui si sviluppa l’arte del dialogo con possibili ricadute sulla quotidianità.

La riflessione di Fioretto è partita da una frase di Elon Musk estrapolata da una intervista nella quale il miliardario affermava come l’empatia fosse il male e la debolezza di una civiltà. A seguire, la Sclavi, per affermare l’empatia umana, ha comunicato che da oggi avrebbe iniziato lo sciopero della fame a staffetta per Gaza, suscitando una reazione di approvazione da parte del pubblico. “La società attuale - ha detto la professoressa - è molto più complessa di quella di trent’anni fa. La comunicazione è diventata molto più difficile anche in famiglia. Per questo oggi l’ascolto attivo è valido più che mai. E’ un ascolto che va imparato, non giudicante, in cui si comprendono le ragioni dell’altro senza rinunciare alle proprie”.

A seguire, il discorso si è sviluppato in merito ai termini empatia ed exotopia che hanno dato modo di aprire la riflessione di La Mendola: “Il mio libro non sarebbe nato senza il precedente Arte di ascoltare. Si basa sul salto epistemologico promosso da Gregory Bateson: il salto è uscire dalla logica dell’aut-aut, è vero questo o quello. Abbiamo bisogno di una logica congiuntiva e, per ascoltare l’altro, devo anche ascoltare me stesso”. Un grande merito della Sclavi è di aver riconosciuto le emozioni e l’umorismo come chiavi di lettura della comunicazione, ispirando così tutti gli studi successivi, come anche scritto nelle sette regole dell’arte di ascoltare. Queste e molte altre sono le riflessioni arrivate al pubblico che ha portato a casa un insegnamento non soltanto in merito alla situazione sociale collettiva contemporanea, ma anche per la propria vita, per le proprie relazioni, per il proprio modo di arrivare a comunicare e soprattutto ascoltare chi si ha di fronte.

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