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Adriese, ecco il pagellone finale

L’analisi a 360 gradi di ogni componente dell’ambiente granata nella stagione appena conclusa

Adriese, ecco il pagellone finale

Quello finito domenica scorsa col trionfo di Treviso è stato un 2024-25 sia magico che tragico per l’Adriese. Magico in virtù della vittoria dei playoff, a sublimare il quarto posto in campionato (66 punti). Tragico per la morte improvvisa (durante Cjarlins-Adriese) dello storico direttore generale Sante Longato, l’unico che forse avrebbe potuto convincere il presidente Luciano Scantamburlo a non mollare a fine stagione. In attesa che a breve vengano sciolti i nodi societari, ecco il pagellone finale di questa annata romanzesca.

Portieri

Rok Vadjunec: 7,5. Score super al debutto con i grandi per il numero uno sloveno: 38 partite su 38 e solo 31 gol subiti, il meno battuto del girone. E quando è stato fisiologicamente sostituito, ai sedicesimi di coppa con la Dolomiti dall’ex vice Giovanni Cocilovo (5), l’Adriese ha pagato con l’eliminazione.

Difensori

Nicolò Montin: 8. La migliore delle sue 4 stagioni granata per il capitano. Insuperabile, sia in marcatura che come leadership.

Tommaso Gentile: 7,5. Pure lui d’acciaio al centro della difesa. Con Montin ha formato una coppia alla Buongiorno-Rrahmani del Napoli.

Jacopo Rossi: 7. Positivo quando i problemi fisici gli hanno lasciato tregua. Meno roccioso e più ‘regista’ rispetto agli altri centrali, con cui si è completato bene.

Matteo Pinton: 7,5. Motorino inesauribile e duttile sulle fasce, dotato di forza fisica portentosa.

Andrea Antonello: 7. Pendolino mancino, a lungo si è rivelato uno dei migliori under del girone. Poi, complice qualche acciacco, un piccolo calo che non ha inficiato la bontà della sua annata.

Nicolò Berton: 6,5. Ecco, la flessione finale di Antonello è stata da lui ben sfruttata, con una chiusura da titolare dopo mesi in panchina. Con tanto di gol (al Cjarlins) da cineteca.

Giuliano Guida: 6. Arrivato a gennaio, non ha mai trovato spazio. Ma nell’unica, delicata, occasione (0-0 col Brusaporto) si è fatto trovare pronto.

Jacopo Gasparini: 6,5. Penalizzato dalla regola degli under, Vecchiato lo ha impiegato come jolly di qualità.

Centrocampisti

Riccardo Serena: 7,5. Metronomo ‘taglia e cuci’ davanti alla difesa, ha abbinato alla perfezione quantità e palleggio.

Luca Maniero: 8. Il suo ritorno a gennaio ha garantito il salto di qualità. 7 reti in 5 mesi, il bottino di un bomber, è solo la punta dell’iceberg del lavoro tecnico, fisico e tattico da lui assicurato.

Georges Petdji: 8. Dove lo metti eccelle. E lui, come interno di centrocampo (e non solo), è stato eccelso. Con i soliti numeri da bomber: 9 gol tra tutte le competizioni.

Lorenzo Barzon: 6,5. Colonna portante sulla trequarti nei primi mesi, gli arrivi di Maniero e Gnago ne hanno ridotto il minutaggio. Ottimo mancino, paga qualcosa sul piano fisico.

Mirco Moretti: 8. Se non è stato il miglior giovane di tutta la D, poco ci manca. Gol (10), assist, qualità: la sua esplosione potrebbe presto proiettarlo nei professionisti.

Mattia Badon: 6,5. Ha ‘ceduto’ allo strapotere di Moretti, ma come incursore ha il suo perché.

Davide Ballardini: 5,5. Vero, i guai fisici lo hanno flagellato, ma per il suo curriculum ci aspettava di più.

Tommaso Formichetti e Nicola Santella: s.v. Non hanno lasciato traccia.

Attaccanti

Yves Gnago: 8. Il suo arrivo a novembre, l’ultimo firmato da Longato, doveva regalare il salto di qualità. E così è stato: leadership, strapotere fisico, velocità, assist e gol.

Szymon Fyda: 7,5. Se la precisione sotto porta fosse pari a movimenti e generosità, sarebbe da Serie C. Ma pure lui ha bollato la doppia cifra (10 gol), alzando l'asticella dopo l'arrivo dell’amico Gnago.

Riccardo Ejesi: 7. Il rendimento iniziale e soprattutto finale (vedi i 3 gol ai playoff) è da C. Ma, in mezzo, pause ed infortuni.

Luca Marini: 6,5. Di stima. Capocannoniere della Juniores, Vecchiato gli ha regalato qualche spezzone tra i grandi.

Daniele Buongiorno: 5,5. Sì, i suoi 2 unici gol sono stati decisivi, ma le aspettative erano diverse. Via senza rimpianti a gennaio.

Nicola De Vido: 5,5. Un gol e poco altro, fino al ritorno ad Este a dicembre.

L’allenatore

Roberto Vecchiato: 8,5. Ha condito col titolo dei playoff il quadriennio granata, nel quale ha sfiorato sia il campionato che la coppa. Nella speranza di un 'miracolo' societario che faccia restare lui e il suo gruppo, si può dire che è stato il tecnico granata più importante degli anni Duemila. Ed è da promuovere anche il suo staff.

Dirigenza

Luciano Scantamburlo: 8,5. Il presidente meriterebbe 10 se continuasse un ultimo anno, per investimenti e squisitezza umana, ma non gli si può rimproverare nulla. Ottimo anche l'ingresso del direttore sportivo Max Neri e il lavoro del direttore tecnico Nico Moretti, punte dell'iceberg di una squadra funzionante anche sul piano dirigenziale. E che sarebbe un peccato disperdere.

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