VOCE
L’iniziativa
05.06.2025 - 06:55
“Rovigo insieme a Belluno è una provincia dove non manca il lavoro, manca di fatto il buon lavoro”, così ha esordito Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, in aprendo la mattinata di lavori in piazza Vittorio Emanuele II.
Non solo dignità e occupazione ma anche sanità e politiche sociali: è un truck, azzurro Uil, quello che, ieri mattina, ha fatto il suo ingresso per parlare di lavoro in tutte le sue sfaccettature. “No ai lavoratori fantasma” il nome della carovana del “sindacato delle persone” che, dopo l’esperienza itinerante nelle altre città italiane, pianta la tenda, anzi le ruote, nel capoluogo fino a oggi, direttamente nel cuore geografico di un’area, insieme a quella bellunese, che paga il prezzo di un alto tasso di disoccupazione. Tanti gli interpreti del dialogo tra sindacato, sanità pubblica e istituzioni, altrettanti i temi cardini letti sotto lo sguardo polesano.
“Il reddito medio è basso - ha evidenziato Toigo - e le persone fanno fatica ad arrivare a fine mese. La segnalazione che facciamo, con questa iniziativa, alla politica e alle industrie, mira proprio a sviluppare un’ottica diversa dove sia i contratti che le aziende possano trovare terreno dove investire. La Zona logistica semplificata? Grande occasione, fondamentale per sollevare la vita di questo territorio” ha continuato subito dopo il saluto, in collegamento, del segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri.
Ed è stato attraverso i risultati di “Dal sondaggio alle proposte - Analisi dei bisogni dei veneti”, iniziativa del sindacato, in collaborazione con il Centro studi Csse Veneto, che ha intervistato quasi 17mila persone in tutte le province sui temi più sentiti nella loro vita, che la mattinata è continuata tra interventi e dialoghi. Nella rosa di argomenti, come ambiente, casa, istruzione, lavoro, sanità, sicurezza e trasporti, i rodigini, come ha illustrato Gino Gregnanin, segretario provinciale Uil, hanno attenzione su due aspetti, lavoro in primis e poi la sanità: “Dal sondaggio della Uil Veneto, risulta che in Polesine la preoccupazione maggiore è il lavoro. Un lavoro precario, con tante assunzioni a tempo determinato, con il reddito pro capite più basso del Veneto e tra i più bassi d’Italia. Serve più occupazione di qualità e meno precariato. Ai salari sostanzialmente al palo, insieme alle pensioni, si contrappone un’inflazione che è cresciuta in modo esponenziale, minandone profondamente il potere d’acquisto”.
Per Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro, “il problema dell’invecchiamento lavorativo non è da sottovalutare, il 56% del mondo dell’artigianato di Rovigo ha una media superiore ai 50anni. E’ senz’altro un periodo di forti trasformazioni che bisogna affrontare accompagnando i nostri imprenditori, cogliendo le difficoltà in opportunità”. Investire sui giovani è l’altra parola d’ordine per Mantovan: “Stabilità e flessibilità sono due facce della stessa medaglia, di un lavoro di squadra fatto per rendere le imprese sempre più strategiche e competitive”.
L’altro nodo della matassa è tutto rivolto all’assistenza sanitaria e in particolare ai “medici di famiglia”. “In provincia di Rovigo mancherebbero 122 medici di medicina generale, ne abbiamo circa il 50% rispetto allo standard. Il problema non è nelle assunzioni ma nella disponibilità degli stessi, tanto che, quelli presenti hanno un carico di pazienti che supera di gran lunga lo standard dei 1.200, arrivando a un totale di assistiti che oscilla tra i 1.800 e 2.000”, ha spiegato Pietro Girardi, direttore Ulss5 Polesana. Che ha aggiunto: “Sta arrivando la ‘casa della comunità’. Il nuovo sistema che permetterà la presenza di un medico reperibile h24, accanto a quello di base, oltre che a una serie di servizi che via a via sgraveranno il carico dai pronto soccorso e permetteranno la valorizzazione maggiore del reparto infermieristico, altro settore via a via sempre più in diminuzione”. Di queste sedi in provincia ce ne saranno 5, da Castelmassa a Porto Tolle. Tutto partirà a marzo 2026, è intanto una prima risposta”.
In termini di risposte, al netto di quasi un anno dall’insediamento, il sindaco Valeria Cittadin ha rimarcato: “Il lavoro è viatico di futuro e dignità. Rovigo deve uscire dal cono d’ombra sfruttando le sue potenzialità, come l’Interporto, unico nel suo genere in Italia”.
La Zls, dunque, nuova speranza che potrebbe far invertire la tendenza evidenziata dall’assessore comunale Nadia Bala: “6.400 disoccupati a Rovigo su 50mila cittadini, 348 minori che hanno abbandonato la scuola, 985 persone disabili sono senza lavoro”.
Il sondaggio. Il 46,3% dei polesani ha segnalato il lavoro come problema più sentito, mentre il 27,8%% ha indicato la sanità. Questo uno dei risultati significativi del sondaggio “Analisi dei bisogni dei veneti”, promosso in tutte le province da Uil Veneto e realizzato dal Centro studi Csse Veneto, che ha sintetizzato i temi più sentiti per territorio, età e genere.
Al sondaggio, presentato ieri nell’appuntamento in piazza Vittorio Emanuele II, hanno partecipato quasi 17mila persone, esprimendosi su temi sui quali il sindacato può fare valere la propria azione: ambiente, casa, istruzione, lavoro, sanità, sicurezza, trasporti.
Nel dettaglio a Rovigo hanno partecipato al sondaggio 1.469 persone: 52,2% donne e il 47,4% uomini.
Il tema (o problema) più sentito nella provincia di Rovigo è quello del Lavoro che il 46,3% ha indicato per motivi di precarietà, di contrattualità e di stipendi, spesso considerati bassi rispetto alla mansione.
Il tema della sanità è il secondo problema a Rovigo con il 27,8% di persone che lo hanno segnalato. E, il motivo, è innanzitutto perché soffrono del fatto che il proprio medico di famiglia sia introvabile: prendere appuntamento rimane un’impresa e, quando si riesce, il medico spesso si comporta come un burocrate. Non visita ma ascolta e poi prescrive farmaci ed esami specialistici che, nel pubblico, a causa del codice di priorità, sarà impossibile eseguire in tempi certi. Viene meno quel ruolo di filtro, che costringe le persone a ricorrere al Pronto soccorso, arrivando ad intasarlo coi cosiddetti codici bianchi. Dato confermato dall’Agenas: il Veneto risulta la regione meno virtuosa, con una percentuale più alta di codici bianchi nei suoi quarantasette Pronto Soccorso: il 54%.
Altro problema sentito sulla sanità riguarda le case di riposo, che diventano sempre meno accessibili per gli alti costi delle rette, lasciando tante famiglie in enorme difficoltà. La retta media con impegnativa di residenzialità è aumentata a quasi 2.000 euro al mese (circa 64 euro al giorno) nel 2025, un aumento di 295 euro rispetto al 2024 e di 665 euro rispetto al 2023.
Seguono il tema della sicurezza e/o bullismo (12,7%), istruzione (5,4%), casa (3,5%), ambiente (2,7%), trasporti (1,5%).
A Rovigo il 55,5% degli under 18 pone come tema più sentito quello dell’istruzione. Per la fascia di età che va dai 18 ai 39 anni il tema più sentito è quello del lavoro (58,1%). Sempre il lavoro viene segnalato come problema dalla fascia di età 40-59 anni (59,9%). Mentre è la sanità il tema più sentito in quella degli over 60 (52,3%).
Un tema su cui, infine, sta lavorando la Uil Veneto è quello della sicurezza e bullismo.
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