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L’assiolo fa cucù in tutta la città

I residenti di San Pio X sorpresi da uno strano suono: è il caratteristico “chiù” del piccolo rapace

L’assiolo fa cucù in tutta la città

Un suono insistente, quasi “elettronico”. Un “chiù” che si ripete, ritmato, nel cuore della notte. A intervalli regolari. A San Pio X, ci sono stati alcuni residenti che si sono preoccupati, perché in queste prime notti di caldo, dormendo con le finestre aperte, hanno sentito questo rumore monotono ed hanno pensato ad un qualche allarme o qualcosa di simile. Niente di tutto questo, si tratta dell’assiolo, nome scientifico “Otus scops”, un piccolo rapace notturno, un “gufetto” che un tempo era molto diffuso in campagna e che ora si sta sempre più inurbando. A Rovigo il suo canto si può sentir risuonare, generalmente nel periodo di inizio estate, in varie zone, dalle frazioni fino ai quartieri e anche nel centro storico.

Come spiega Luciano Marangoni, delegato provinciale della Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli, “gli assioli sono piccole civette, rapaci dell’ordine degli strigiformi, che negli ultimi anni hanno iniziato a frequentare anche zone urbane un semplice motivo: nelle campagne non si trovano più grandi alberi. Il loro verso caratteristico lo emettono sia come richiamo durante la formazione della coppia, ma questo generalmente è nel periodo fra gennaio e febbraio. Invece, in questo periodo a cantare sono tendenzialmente i pulli, i piccoli che stanno nel nido e che chiamano la mamma perché porti loro del cibo. Il loro menù è abbastanza vario, come tutti i rapaci si nutrono di piccoli uccelli, ma soprattutto di lucertole e topi. Diciamo che i topolini sono il loro piatto preferito, per questo sono animali molto utili e direi che si può sopportare il loro verso per qualche settimana”.

Marangoni spiega poi che la loro diffusione è “correlata alla presenza di aree verdi. Ce ne sono un gruppo a Concadirame, dove c’è anche l’oasi della Ferriana, ma ce ne sono anche a San Bortolo, perché trovano riparo nelle alberature del parco dell’Iras”. Ma anche a San Pio X.

L’assiolo, al quale anche Pascoli ha dedicato una poesia, non gode di “ottima stampa”, perché, come la civetta, veniva considerato nel medioevo, ma anche dallo stesso Pascoli, che parla di “singulto” e “canto di morte”, ripetendo “chiù” ad ogni strofa, un “porta sfortuna”. Marangoni spiega il perché: “L’assiolo e la civetta sono uccelli molto timidi e riservati e, soprattutto in passato, come strategia, avevano quella di nidificare negli alberi dei cimiteri, aree che non sono certo molto frequentate”.

A proposito di uccelli, Marangoni preannuncia un’iniziativa per la salvaguardia di una specie a rischio: la rondine. L’uccello che con il suo grido è sinonimo di estate, infatti, sta scomparendo. Ecco, allora, spiega il delegato Lipu, stiamo predisponendo per il Comune di Rovigo una delibera ‘salvarondini’, che da anni è una bandiera della Lipu e che avevamo già presentato con la passata amministrazione. L’obiettivo è evitare che quando si eseguono lavori nel periodo di nidificazione di rondoni, balestrucci e rondini, che va da fine marzo a metà settembre, non vengano buttati giù i loro nidi. Per esempio sulla chiesetta delle Fosse c’è una colonia, che va protetta. Noi che abbiamo fatto i censimenti abbiamo constatato che il numero di rondini è diminuito di oltre il 60%; 40 anni fa era forse l’uccello che tutti erano in grado di distinguere, oggi i ragazzini non le conoscono più. A proposito, segnalo che mi attiverò anche con il Comune di Rosolina, perché in un camping è stato buttato giù un nido. E proprio Rosolina ha la colonia più importante di rondine comune, con oltre 50 nidi censiti. Un patrimonio da proteggere”. Per evitare che, fra qualche anno, ci sia chi si possa domandare cosa sia quel garrito che si sente risuonare nelle sere d’estate.

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