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Salute e prevenzione

Chikungunya, zanzare nel mirino

Trattamenti intorno all’ospedale di Rovigo e a Santa Maria Maddalena

Chikungunya, zanzare nel mirino

Sono partite già oggi, a Rovigo e Occhiobello, le disinfestazioni per cercare di sterminare le zanzare tigri presenti, dopo che a una persona, residente a Ferrara e appena tornata dal Madagascar, è passata prima dalla Casa di cura di Santa Maria Maddalena, poi dall’ospedale di Rovigo, è stato diagnosticato un contagio da virus Chikungunya.

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Una febbre “tropicale”, che deve il suo nome ai fortissimi dolori alle articolazioni. Chikungunya, in swahili, significa infatti, “ciò che curva” o “contorce”, e questo nome deriva dal suo sintomo principale: dolori articolari che limitano i movimenti. Come il ben noto West Nile, o come la Dengue, si trasmette da uomo a uomo, appunto, attraverso la puntura di zanzare tigre che abbiano punto una persona infetta.

E se la persona contagiata, che ha contratto il virus all’estero, manifestatosi poi al suo ritorno, come spiegato dall’Ulss Polesana, è in buone condizioni, sono subito state avviate le disinfestazioni urgenti, misura di massima precauzione per tenere sotto controllo le arobvirosi, che sono appunto le malattie infettive trasmesse da artropodi, dalle zanzare alle zecche. Le “Linee di indirizzo per la sorveglianza e il controllo delle arbovirosi nella Regione Veneto” dispongono l’effettuazione di interventi adulticidi, larvicidi e di eliminazione dei focolai larvali per un raggio minimo di 200 metri dal luogo dove si sono manifestati i casi di contagio, con la possibilità di ampliare detto raggio d’azione “in base alla situazione ambientale verificata da personale incaricato della vigilanza”.

Ecco, allora, che già ieri sono partiti i primi trattamenti in un area di circa 200 metri attorno all’ospedale di Rovigo, in viale Tre Martiri, e alla Casa di cura di via Gorizia a Santa Maria Maddalena, in particolare nelle vie Eridania, dei Tigli (parte), delle Gardenie, delle Rose, del Ciclamino, dei Pioppi (parte), Stazione (parte), Gorizia (parte), piazza Maggiore, Bolzano, Ospedale, I Maggio, Carducci (parte), IV Novembre, Battisti, Garibaldi, Fei.

Delle disinfestazioni in entrambi i casi si occupa la Cooperativa Triveneta Multiservizi di Vigonza, che eseguirà il secondo ciclo di trattamenti anche aulticidi dalle 21 alle 24 di stasera e un terzo domani, sempre dalle 21 alle 24. La disinfestazione riguarderà anche un trattamento larvicida porta a porta e nelle caditoie pubbliche.

Da parte delle due amministrazioni comunali di Rovigo e Occhiobello, si ricordano le consuete avvertenze nei casi di trattamenti. Prima che venga eseguita la disinfestazione, è bene raccogliere la verdura e la frutta degli orti pronta al consumo o proteggere le piante con teli di plastica in modo che non sia direttamente investita dal prodotto insetticida. Durante il trattamento, restare al chiuso con finestre e porte chiuse e sospendere il funzionamento di impianti di ricambio d'aria; tenere al chiuso eventuali animali domestici e proteggere i loro ricoveri e suppellettili, ciotole e abbeveratoi.

E, al termine delle disinfestazioni, inoltre, è raccomandato di procedere, con uso di guanti alla pulizia con acqua e sapone di mobili, suppellettili e giochi dei bambini lasciati all'esterno e che siano stati esposti al trattamento; in caso di contatto accidentale con il prodotto insetticida, lavare abbondantemente la parte interessata con acqua e sapone.

"Nel corso del 2025 si sono verificati tre casi di Chikungunya di importazione a livello regionale, di cui l’ultimo caso è stato segnalato il 4 giugno in un soggetto rientrato dal Madagascar e residente a Ferrara. Lo stesso si è recato presso alcune strutture ospedaliere della provincia di Rovigo. Secondo le procedure definite dal Piano regionale è stato effettuato un sopralluogo e sono state attivate le misure di disinfestazione a fini precauzionali. Secondo le procedure definite dal Piano regionale è stato effettuato un sopralluogo e sono state attivate le misure di disinfestazione a fini precauzionali”. A sottolinearlo è la Direzione Prevenzione della Regione Veneto che evidenzia come “nella stessa giornata sono stati segnalati anche altri 2 casi di dengue, sempre importati, in residenti a Bassano del Grappa, per i quali sono state adottate le stesse misure precauzionali adottate per il caso di Chikungunya”

Come ogni anno la Regione si è dotata, come ogni anno, di un Piano regionale aggiornato per il contrasto delle malattie trasmesse da vettori quali zanzare, zecche, flebotomi denominate arbovirosi. Il Piano è stato condiviso con il Tavolo intersettoriale regionale ed approvato il 22 aprile scorso. Le indicazioni del Piano rafforzano la collaborazione delle Ulss con i Comuni, le Prefetture, i Consorzi di Bonifica e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e tutti gli altri attori coinvolti.

La sorveglianza dei casi umani importati e autoctoni di arbovirosi si attua tutto l’anno, con particolare attenzione nel periodo di maggiore attività dei vettori (zanzare, zecche e flebotomi) nel periodo estivo.

La Regione ha attivato, a partire dal primo maggio e fino al 31 ottobre, la sorveglianza entomologica, che ha l’obiettivo di verificare la presenza di zanzare e di virus nelle stesse. In tutto il Veneto è attiva una rete di 64 trappole entomologiche in tutto il Veneto per la cattura delle zanzare, 11 delle quali in Polesine, a Papozze, Ficarolo, Ceneselli, Porto Viro, Occhiobello, Badia Polesine, Villanova del Ghebbo, Rovigo, Porto Tolle, Guarda Veneta e Adria. Accanto a questo, in particolare per il West Nile, che per sua natura è “l’osservato speciale”, c’è poi la sorveglianza degli uccelli selvatici e quella degli equidi che, come l’uomo sono “bersagli” del West Nile.

Ovviamente di primaria importanza è la sorveglianza sui casi umani di malattia, sia di importazione, ovvero soggetti che hanno contratto la malattia durante un viaggio al di fuori del territorio regionale, che nei casi autoctoni.

L’anno scorso, in tutto il Polesine ci sono stati due casi di Dengue, entrambi di importazione, e 26 di West Nile, 8 dei quali nella forma neuroinvasiva, dopo che, nell’ultimo quadriennio, si era registrata una sostanziale recessione del virus, grazie anche alle disinfestazioni massicce, gestite dall’Ulss, dopo l’anno più nero per il Polesine, il 2018, con 54 casi accertati, 37 nella forma febbrile e ben 17 invece nella forma neuroinvasiva, quella più grave, con 6 decessi.

Per ridurre il rischio di diffusione autoctona di queste malattie, infatti, risulta fondamentale il ruolo dei Comuni che ogni anno, in collaborazione con le Ulss, attuano specifici programmi di lotta alle zanzare, soprattutto con interventi larvicidi e di manutenzione delle aree a maggior rischio di proliferazione di zanzare.

“Altrettanto importante - raccomanda la Direzione prevenzione - è il coinvolgimento e l’impegno di tutti i cittadini all’interno della strategia regionale per la lotta alle arbovirosi: ciascuno può fornire il proprio contributo con alcune semplici azioni, come svuotare le raccolte d’acqua stagnante nelle aree private, utilizzare prodotti larvicidi per bloccare lo sviluppo delle larve di zanzara prima che diventino adulte e utilizzare zanzariere nelle abitazioni. E’ inoltre importante informarsi sul rischio di queste malattie, adottando adeguate misure di protezione personale, come l’utilizzo di idonei repellenti cutanei e indossando capi con tessuti leggeri che riducano per quanto possibile la pelle esposta a punture”.

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