VOCE
IL CASO
05.06.2025 - 20:40
A Cesena, una decisione amministrativa ha acceso un dibattito acceso e controverso, mettendo in luce le tensioni tra le esigenze delle famiglie e le politiche locali. Il caso riguarda l'esclusione di un bambino da un centro estivo, motivata dal fatto che i suoi genitori, entrambi insegnanti, non lavorano durante il mese di luglio. Questa scelta ha sollevato un'ondata di critiche e discussioni, culminando con l'intervento del sindacato Gilda degli Insegnanti.
L'assessora alla Scuola e ai Servizi per l’Infanzia di Cesena, Maria Elena Baredi, ha spiegato che la decisione è stata presa sulla base di criteri considerati "oggettivi, trasparenti e uguali per tutti". Secondo Baredi, la semplice reperibilità di un insegnante non costituisce un'attività lavorativa in senso giuridico o amministrativo. Pertanto, la richiesta della famiglia è stata classificata come "non prioritaria". L'assessora ha sottolineato che il servizio dei centri estivi è stato garantito a quei genitori che hanno dimostrato di essere effettivamente in servizio nel mese di luglio, anche per attività scolastiche programmate e approvate. "Se fossimo nelle condizioni di soddisfare tutte le richieste, lo faremmo senz’altro", ha dichiarato Baredi.
La risposta del sindacato Gilda degli Insegnanti non si è fatta attendere. Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale, ha definito la decisione "ai limiti del ridicolo", evidenziando come questa esclusione penalizzi ulteriormente una categoria già colpita da stipendi bassi, precarietà e lavoro sommerso. Castellana ha criticato l'idea che i docenti non lavorino a luglio, definendola uno stereotipo da combattere. Ha inoltre ricordato che, secondo il contratto collettivo, i docenti sono in ferie, e le ferie sono un diritto, non un privilegio. "Non possono essere usate come motivo di esclusione da un servizio pubblico essenziale come il centro estivo", ha affermato.
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