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Scalabrini lotta ed è re dell’Ironman

“Per me è la soddisfazione di una vita intera e ci sono arrivato a 60 anni. Sono senza parole”

Scalabrini lotta ed è re dell’Ironman

Il nome di Paolo Scalabrini risuona con un'eco di straordinaria vittoria nel mondo del triathlon, grazie al suo trionfo all'Ironman 70.3 di Rapperswil, sulle rive del suggestivo lago di Zurigo. Questa affermazione non è solo un brillante successo sportivo, ma anche la dimostrazione tangibile di una resilienza incrollabile e di una passione che non conosce ostacoli. La vittoria di Scalabrini assume infatti un sapore ancora più dolce se si considera il percorso ad ostacoli che ha dovuto affrontare per raggiungere questo incredibile traguardo. Soltanto un anno fa, la carriera dell'atleta era stata messa a dura prova. A luglio, una neuropatia lo aveva costretto a un fermo forzato, una battuta d'arresto che avrebbe potuto scoraggiare chiunque.
Ma Paolo non è uno che si arrende facilmente. Con una tenacia ammirevole e una dedizione esemplare, ha sfruttato i mesi invernali per un recupero meticoloso, sia fisico che mentale. Il suo ritorno alle gare, avvenuto con una vittoria all'Olimpico di Castagneto Carducci, era già stato un segnale forte delle sue intenzioni, ma Rapperswil ha consacrato la sua rinascita. Ma il vero successo è arrivato con la gara svizzera di Rapperswil-Jona che ha offerto un'esperienza indimenticabile a tutti i 2600 atleti partenti, immersi in uno scenario naturale di rara bellezza. Il circuito Ironman 70.3, conosciuto anche come “mezzo Ironman”, è una prova di resistenza che richiede una preparazione completa: 2 chilometri di nuoto, seguiti da 90 chilometri in bicicletta e, infine, 21 chilometri di corsa.
Nonostante una giornata fresca e fortunatamente priva di pioggia, le condizioni ambientali erano perfette per mettere alla prova la resistenza e la determinazione di ogni partecipante. La frazione di nuoto nel placido lago di Zurigo ha offerto un inizio sereno e quasi idilliaco alla competizione, permettendo agli atleti di trovare il proprio ritmo nelle acque tranquille. È stata poi la volta della frazione in bicicletta, che si è rivelata il vero banco di prova per le gambe degli atleti. Il percorso, caratterizzato da due salite impegnative, ha messo a dura prova i muscoli e la resistenza, ma l'energia e il sostegno del pubblico svizzero erano palpabili. L'entusiasmo della gente del posto, che incitava i ciclisti con i tradizionali campanacci, ha creato un'atmosfera vibrante e motivante lungo l'intero tracciato, spingendo gli atleti a dare il massimo anche nei momenti di maggiore difficoltà. Infine, la corsa a piedi ha rappresentato la parte più iconica e, allo stesso tempo, più estenuante della gara.
Un tratto di 15 chilometri su ghiaino ha richiesto non solo attenzione e resistenza, ma anche una certa abilità tecnica per mantenere il passo. Tuttavia, l'elemento distintivo e di maggiore impatto è stata la salita della scalinata che conduce al suggestivo Castello di Rapperswil. Questa scalinata, addobbata a festa, ha offerto uno spettacolo unico nel suo genere, trasformando un tratto di fatica in un momento di autentica bellezza, pur rappresentando un ostacolo significativo per atleti già provati dalla lunga competizione. Era un simbolo perfetto della sfida che dovevano affrontare: superare le difficoltà, un gradino alla volta, verso la gloria. La tanto attesa comunicazione dei risultati, al termine della gara, ha fatto esplodere la gioia per Paolo Scalabrini. Nella categoria maschile 60-64, il "veterano" italiano ha dimostrato una superiorità schiacciante, dominando la competizione.
Tra i 42 partenti giunti da ogni angolo d'Europa, Paolo ha tagliato il traguardo per primo, lasciandosi alle spalle ben cinque atleti svizzeri. Un risultato non solo straordinario per la sua età, ma che testimonia in modo inequivocabile la sua eccezionale preparazione, la sua incrollabile determinazione e la sua profonda esperienza. Questa vittoria, oltre a regalargli l'emozione di salire sul gradino più alto del podio, ha aperto a Scalabrini le porte per i Campionati Mondiali Ironman 70.3 a Marbella, in Spagna. Si tratta di un'opportunità unica, il coronamento di un sogno che molti atleti inseguono per una vita. Paolo, visibilmente emozionato, ha dichiarato: “Tempo di sbrigare pratiche e sono pronto a partire”. La sua voce tradiva una gioia incontenibile, quasi incredulità.
“Per me è la soddisfazione di una vita intera e ci sono arrivato a 60 anni. Pensavo al podio, ma quando sono arrivato primo ero emozionato e quasi commosso”. Parole che racchiudono il significato più profondo di questa impresa: non solo una vittoria sportiva, ma un trionfo personale, la dimostrazione che con la giusta mentalità e una volontà ferrea, è possibile raggiungere vette impensabili a qualsiasi età. La storia di Paolo a Rapperswil è la prova lampante che l'età è solo un numero quando la determinazione è forte e il cuore batte all'unisono con il sogno di tagliare il traguardo, ancora… e ancora.

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