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L'EVENTO

Una "serva padrona" al Roverella

Grande apprezzamento per l'intermezzo, cantanti, attori e l'Orchestra Città di Vicenza

Mettici un po’ di frizzante malizia, un estro di follia tutta mozartiana e un pizzico di attualità che strizza l’occhio agli sfondi che sanno di soprammobili danesi alla Hammershoi. Il risultato?  Un tutto esaurito per la prima de “La serva padrona” andata in scena nel cortile di Palazzo Roverella domenica sera su iniziativa della Fondazione Rovigo Cultura, con il patrocinio del Comune di Rovigo, della collaborazione di Fondazione Cariparo e dell’Orchestra Città di Vicenza diretta da Giuliano Fracasso.

Frivolezza o commozione? Superficialità o pungente ironia? Attrazione o spudorata voglia di dote? L’intermezzo in due parti, musicato da Giovanni Battista Pergolesi, che diede il via al filone dell’opera buffa, è capitolato con i suoi personaggi dentro le mura rinascimentali del palazzo, in un susseguirsi di battute sopraffine scritte quasi 300 anni fa. Era infatti il 1733 quando venne rappresenta ufficialmente al Teatro San Bartolomeo di Napoli, come regalo di compleanno alla mamma della futura Maria Teresa d’Austria, imperatrice tutta d’un pezzo, oltre che donna-rex timoniera della corte viennese. La comicità dell’atto, pensata per intervallare con un sorriso il pathos che si accumulava tra le parti delle opere serie del tempo, ben presto raggiunse la fama arrivando a peregrinare tra i più famosi teatri dell’epoca: da Versailles a Londra, alle corti di re, regine e anche di un giovane enciclopedista, Rousseau, che sembra l’apprezzasse.

A inscenare la storia, tra il bianco delle scenografie ispirate ai quadri del Roverella, i cantanti Laura De Silva, Davide Caldera e Riccardo Ambrosi, insieme agli attori Fiorella Tommasini, Nadia Poletti e Giacomo Mariotto, e al musicista Paolo Lazzarini.  L’intermezzo ha portato, davanti al pienone rodigino, Uberto e Serpina. L’uno, un ricco signore attempato e bonariamente ingenuo, l’altra, come dice il nome, una serpe d’astuzia annidata alla voglia di fare un salto: da serva a padrona. Uberto, intento a prendere moglie, rifiuta la serva prepotente che chiede di sposarlo. Così Serpina inscena un fantomatico pretendente che la porterà all’altare, provocando la gelosia del padrone; pur di non pagarle la dote, Uberto decide di prenderla in sposa. Il salto sociale è fatto, si può dire.

“Abbiamo deciso di accostare lo spettacolo – spiega Francesco Toso, che ha realizzato la lettura scenica – a “Eine kleine Nachtmusik” di Mozart; Pergolesi compone l’intermezzo a 23 anni e muore a 26, Wolfgang, come è noto, non ebbe una vita molto diversa”. Serata dal gusto dolce-amaro di avi che sapevano ancora avere “humor”; primo evento, conclude Gianna Previato, presidente Rovigo Cultura: “Che anticipa tanti prossimi appuntamenti ricchi di cultura per tutti”.

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