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IL CASO

“In città ci sono zone da evitare”

Ferrovia e ciclabile di San Pio i punti più sensibili. “Tempi difficili anche nel nostro piccolo centro”

“In città ci sono zone da evitare”

Un’esibizionista tiene sotto scacco la città. Ragazze filmate e inseguite fin sotto casa, e atti osceni nei pressi di un asilo cittadino, proprio sotto gli occhi di mamme e bambini. Del caso se ne stanno occupando le forze dell’ordine, al lavoro per stringere il cerchio attorno a questa persona. Ma intanto, la paura di fare un incontro sgradito serpeggia, soprattutto tra le donne.

Lisa, madre di famiglia, racconta che ci sono zone della città che preferisce evitare: “Con i bambini e da sola è meglio non passare da certe parti nemmeno di giorno. Rovigo è una città che si gira a piedi, soprattutto il centro, ma questi episodi mettono molta tristezza. Ora che è arrivata la bella stagione si vorrebbe stare più tempo all’aperto, ma ci sono pochi spazi a disposizione, e quelli comunali vengono spesso chiusi per lunghi periodi senza una vera motivazione. Questo limita molto la libertà delle famiglie”.

Cristiana è ancora più diretta. Secondo lei la situazione è grave, e servono interventi immediati: “Se mi trovassi in una situazione come quella descritta, chiederei aiuto ai passanti e chiamerei subito le forze dell’ordine. Ma non sempre mi sento sicura in città, soprattutto la sera. Ci sono zone che evito, come la stazione e l’area della ciclabile di San Pio. Lì mancano i controlli, e si avverte chiaramente un senso di disagio”.

Gianna invece racconta di sentirsi tutelata: “Per quanto mi riguarda, Rovigo è sicura. Vedo spesso le forze dell’ordine in giro, e questo aiuta. Se mi trovassi in una situazione di pericolo, metterei al sicuro i miei figli e chiamerei immediatamente aiuto. Le zone che frequento, per ora, non mi hanno mai dato motivo di preoccupazione”.

Alga riflette invece su un aspetto generazionale della paura: “Mi sento abbastanza tranquilla a Rovigo, perché è una piccola realtà, diversa dalle grandi città dove ci sono più rischi. Però credo che le donne più giovani siano più esposte all’ansia, soprattutto la sera. A me capita di rientrare tardi, anche passando per il centro, e non ho mai avuto problemi. Ma i tempi sono difficili, questo è certo”.

Insomma, la città si divide tra chi si sente al sicuro e chi invece prende precauzioni quotidiane. L’insicurezza, in certi casi, non è solo una questione di episodi isolati ma di percezione e fiducia nello spazio urbano. Più controlli, più presenza e spazi pubblici accessibili potrebbero fare la differenza: perché anche in una città piccola come Rovigo, sentirsi sicure non dovrebbe essere un privilegio, ma una normalità.

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