VOCE
la protesta
13.06.2025 - 12:29
Il consiglio comunale di giovedì è stato segnato dalla protesta dei dipendenti del settore Servizi sociali, che sono in stato di agitazione. Un’agitazione oggetto anche di un vano tentativo di conciliazione in sede prefettizia. I lavoratori, che si sono affacciati in aula dalla balconata esponendo tre cartelli, “Avvenire tutto sospeso”, “Servizi sociali in pericolo” e “La sicurezza non è un costo”, hanno poi spiegato il perché intervenendo in aula. Oltre al problema di sicurezza “fisica”, perché ci sono già state “aggressioni non solo verbali, dall’inizio dell’anno, da 4-5 persone. E siamo in carenza di personale, con colleghe che o sono in maternità o hanno deciso di cambiare mestiere, e siamo incapaci di gestire le richieste dei cittadini”.
Il vero problema, però, come evidenziato anche dal consigliere del Forum Matteo Masin con un’interpellanza e un’interrogazione, riguarda il tema degli Ambiti territoriali sociali: “I Comuni manterranno alcune competenze, ma molte decisioni operative e gestionali passeranno agli Ats, a cui verranno trasferite buona parte di competenze”. E, il problema, riguarda anche la sorte dei dipendenti. Perché gli altri capoluoghi veneti, che sono capofila Ats, in pratica possono continuare con le stesse modalità. In tutto il Veneto gli Ats sono 24, quelli polesani sono due, il 19 di Adria e il 18, che non è di Rovigo, ma “di Lendinara” e visto che gli Ats, sono dotati di personalità giuridica e autonomia, questo crea non pochi timori. “Il personale chiede che l’amministrazione di unisca. Perché abbiamo competenze e utenza e bisogni specifici che altri non hanno. Dateci una mano. Non si tratta solo del rischio di privatizzare questo lavoro ma anche di non riuscire a guidare una macchina complessa”. Da parte del sindaco e dei consiglieri di tutti gli schieramenti, oltre alla solidarietà, la promessa di impegnarsi per cercare di trovare una strada per chiarire questa delicata situazione.
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