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Il protocollo

Afa da allarme per disagio fisico

Anche oggi l’allerta che fa scattare le azioni del Piano caldo. Girardi: “Misure per prevenire i rischi”

Afa da allarme per disagio fisico

Anche oggi l’allerta che fa scattare le azioni del Piano caldo. Girardi: “Misure per prevenire i rischi”

L’afa è arrivata. E ieri è stato uno di quei giorni da “bollino rosso”. Anzi, da “stato di allarme climatico per disagio fisico”, dichiarato dal Centro funzionale decentrato della Protezione civile della Regione Veneto. Allarme in vigore anche per la giornata di oggi ed elemento essenziale della catena di allerta prevista dal “Piano caldo” che ogni azienda sanitaria declina sul proprio territorio.

E proprio ieri l’Ulss Polesana ha illustrato il funzionamento del “coordinamento operativo territoriale e ospedaliero contro le ondate di caldo previste per l’estate: l’obiettivo è la protezione dei cittadini più fragili, dei bimbi, degli anziani, di pazienti con patologie croniche e persone con disabilità”.

Il piano emergenza caldo dell’Azienda Ulss 5 è operativo, in collaborazione con il Centro meteorologico di Teolo che redigerà, quotidianamente, un’analisi sul disagio fisico e sulla qualità dell’aria, con la diffusione di uno specifico bollettino da calare poi nella cornice epidemiologica di una provincia con alto indice di invecchiamento della popolazione.

Fino a settembre, quindi, l’Ulss Polesana metterà in campo “interventi di tutela e protezione sociale e sanitaria, nonché preventiva, in collaborazione con tutti i Comuni e con il supporto di servizi aziendali strategici”. La Centrale operativa territoriale, Cot è “lo snodo che, operando con professionisti attivi sulle 24 ore, presidia il territorio quando le ondate di caldo si prolungano in maniera anomala: alla Centrale operativa è assegnato il compito di individuare le persone a rischio, soprattutto quelle in condizione di solitudine o fragilità, grandi anziani, persone con disabilità, bimbi sino ai 4 anni, per le quali va attivato un percorso di sorveglianza”.

Nel piano è stata inserita la sorveglianza metereologica, la capillare conoscenza, municipalità per municipalità, delle persone sole o in condizioni di fragilità. Dedicato a questa particolare fascia di popolazione, un percorso di sorveglianza da parte dei medici di medicina generale, dei servizi sociali dei comuni, del servizio di continuità assistenziale, dell’assistenza domiciliare integrata.

La Cot - spiega il direttore sanitario Carla Destro - riceve quotidianamente il bollettino previsionale e trasmette in tempo reale la situazione climatica. Se viene indicato disagio prolungato, tale da essere individuato come allarme la comunicazione viene ricevuta da tutti i professionisti e amministratori interessati: assistenza domiciliare, Ucad, strutture residenziali, Rsa, e entri servizi questo permette di verificare i bisogni in tutto il territorio, secondo la rete assistenziale e le opportunità che offre”.

Da parte sua, il direttore generale dell’Ulss Polesana Pietro Girardi rimarca come “il piano emergenza caldo è un insieme di misure e strategie attuate per prevenire e gestire i rischi associati alle ondate di calore. Serve a proteggere la salute della popolazione, in particolare delle persone più vulnerabili come anziani, bambini e individui con patologie preesistenti. Le principali finalità del piano includono: informazione, monitoraggio e assistenza. Garantendo supporto e aiuto per le persone in difficoltà, ad esempio attraverso centri di accoglienza o visite domiciliari. Il piano emergenza caldo è fondamentale per salvaguardare la salute pubblica e ridurre gli impatti negativi delle alte temperature. Tutte le espressioni della società civile svolgono un ruolo attivo nell’assistenza, oltre ai direttori delle Cure primarie, il Servizio di assistenza domiciliare integrata di Rovigo, Adria e Trecenta, i direttori delle strutture residenziali, e infine i medici di medicina generale, di continuità assistenziale e i pediatri di libera scelta e anche le farmacie”.

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