VOCE
rovigo
17.06.2025 - 20:31
Suona quasi come una sfida ad un’unità che - oggi come oggi - non c’è, quella lanciata dal sindaco Valeria Cittadin a Fdi, che solo pochi giorni fa ha “bruciato” sull’altare di un ottavo assessore ancora in stand by anche il nome di Nello Piscopo. In una (inusuale) nota, infatti, il primo cittadino ha voluto “intervenire sull’argomento” assessore “per chiarire ai cittadini perché da tre mesi e mezzo la giunta sia composta da sette assessori anziché otto”.
Un intervento (quasi) a gamba tesa, quello del sindaco, che certo non si è persa in equilibrismi “politichesi” ma ha tracciato molto chiaramente quella che è la sua linea. E che, sostanzialmente, poggia su una premessa e due pilastri. La prima: l’indicazione spetta a Fdi. I secondi: serve una figura adeguata al ruolo (e fin qui niente di strano), “che abbia il consenso esplicito del gruppo consiliare di Fdi, formato da nove persone”. E qui iniziano i guai, che stanno tutti dentro quelle ultime quattro parole. Perché se la Cittadin si fosse fermata all’ultima virgola, trasformandola in un punto, allora si sarebbe anche potuto immaginare un nome che godesse dell’appoggio di cinque consiglieri su nove: una sorta di maggioranza interna, che in questi mesi (seppur a geografia variabile) abbiamo già visto in azione.
Invece no: la Cittadin vuole l’unanimità. E la vuole al punto che, poche righe dopo ribadisce il concetto, come a voler fugare ogni dubbio. “Per nominare un assessore - dice infatti - devo essere certa che la persona sia adeguata al ruolo, perché c’è da lavorare, e che la sua figura sia gradita ai consiglieri del suo gruppo di riferimento (in questo caso i nove di Fdi)”. Non uno di meno.
Perché - dice chiaramente - “per ottenere risultati un’amministrazione ha bisogno di stabilità e la stabilità è data dalla compattezza della maggioranza in consiglio comunale”. Insomma: dopo aver visto tre amministrazioni comunale consecutive cadere per aver perso l’appoggio dei propri consiglieri di maggioranza, la Cittadin mette - e probabilmente a ragione - proprio l’appoggio dell’aula in cima alla propria lista di priorità dal punto di vista politica.
Infine, lanciata la sfida all’unità interna, conclude: “Non ho dubbi che il partito saprà gestire al meglio la situazione”. Palla, ora, a Fdi per cercare un nome che possa raccogliere “il consenso esplicito” (magari firmato?) di tutti e nove i consiglieri comunali. E c’è già chi dice che se ne riparlerà dopo l’estate...
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