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Adria

L'arte trafugata torna a casa

Ben 88 reperti affidati al Museo Archeologico nazionale

L'arte trafugata torna a casa

E' stata presentata al Museo Archeologico Nazionale di Adria un’importante collezione archeologica composta da 88 reperti, ufficialmente assegnati dal Ministero della Cultura. L’evento ha coinvolto la Direzione regionale Musei Veneto, la Soprintendenza Abap per Venezia, Belluno, Padova e Treviso, e i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, protagonisti dell’operazione di recupero.

La raccolta include ceramiche etrusche e greche (VII–II sec. a.C.), come brocche, anfore, coppe e tazze in ottimo stato di conservazione, probabilmente provenienti da contesti funerari. I reperti sono stati sequestrati nel luglio 2024 durante un’attività ispettiva congiunta. Parte della collezione proveniva da scavi clandestini e compravendite all’asta prive di titoli validi. Le indagini, coordinate dalla Procura di Padova, hanno accertato l’assenza di legittimi diritti di proprietà.

Fondamentale è stata la collaborazione dell’ultima detentrice, risultata in buona fede, e il lavoro congiunto tra Soprintendenza e Carabinieri, che hanno ricostruito la provenienza dei beni. A seguito del dissequestro, disposto dal Tribunale di Padova, e del successivo via libera ministeriale, la collezione è stata assegnata definitivamente al museo.

“Una collezione di eccezionale bellezza – ha dichiarato la direttrice del Museo Alberta Facchi – che arricchisce il nostro patrimonio e rappresenta una rara occasione per offrire una visione completa e fruibile dei corredi antichi”.

Il sindaco Massimo Barbujani ha espresso grande soddisfazione: “Questa operazione rafforza il ruolo del nostro museo, che stupisce per qualità e contenuti. Grazie alla direttrice per il suo entusiasmo e alla sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine. Il nostro patrimonio è un volano culturale e turistico. A settembre concluderemo anche il recupero della Torre dell’Acquedotto: un ulteriore passo per promuovere la nostra identità”.

Maria Cristina Vallicelli, funzionaria della Soprintendenza ed ex direttrice del museo, ha sottolineato il valore scientifico della collezione e la sua perfetta integrazione con i reperti già esposti ad Adria.

Il colonnello Edoardo Campora, comandante provinciale dei Carabinieri, ha evidenziato l’efficacia dell’attività investigativa, supportata da tecnologie avanzate e dalla banca dati mondiale dei beni trafugati. Il tenente colonnello Emanuele Meleleo, comandante del Nucleo Tpc di Venezia, ha aggiunto: “Da 56 anni collaboriamo con gli uffici del Ministero della Cultura. Oggi questa collezione torna alla comunità, ed è accessibile a tutti. Il patrimonio culturale è un bene comune: proteggerlo è un dovere collettivo, oggi sancito anche dal Codice Penale”.

“Ogni reperto ritrovato – ha concluso il Prefetto Franca Tancredi – rappresenta un pezzo della nostra storia. Riportarli alla collettività è un atto di giustizia culturale”.

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