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LA STORIA

"Ero schiavo dello smartphone"

La lotta contro la nomofobia e il ritorno alla libertà

La rinascita di Michele: come ho sconfitto la dipendenza da smartphone


M. non pensava di avere un problema. Come molti, era abituato a vedere il cellulare come un'estensione della sua mano, un compagno inseparabile per lavoro e svago. Tuttavia, l'ansia e lo stress che provava quando il telefono non era accessibile lo hanno portato a riconoscere una dipendenza. "Sentivo mancarmi l'aria", racconta, descrivendo il panico che lo assaliva quando non poteva controllare notifiche e messaggi.


La svolta è arrivata durante un weekend con amici, quando un semplice gioco – lasciare i cellulari nel cassetto fino a sera – ha scatenato una reazione inaspettata e violenta. Questo episodio ha fatto emergere la consapevolezza di un problema più profondo, spingendolo a cercare aiuto. Con il supporto di uno psicoterapeuta, M. ha dato un nome alla sua condizione: nomofobia, la paura di essere separati dal proprio smartphone.


La nomofobia si manifesta attraverso sintomi fisici e psicologici, trasformando la vita quotidiana in un ciclo incessante di notifiche e messaggi e colpisce ogni anno molti italiani. La storia di M. è un esempio di come la tecnologia possa rivelare vuoti interiori che necessitano di essere esplorati e compresi. La sua rinascita non è stata solo una questione di disintossicazione dal cellulare, ma un viaggio verso la consapevolezza e la libertà emotiva. Un invito a tutti noi a riflettere sul nostro rapporto con il mondo digitale e a riscoprire il valore del presente.

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