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rovigo
20.06.2025 - 07:09
Nel cuore di Rovigo, il primo appartamento di “sgancio” per minori con passato migratorio della provincia. E’ partito ufficialmente ieri, con la presentazione a palazzo Nodari, “Rovigo senza frontiere”, il progetto abitativo per giovani neomaggiorenni, uscenti da un background di tutela, promosso e finanziato grazie al bando “InclusiOn” della Fondazione Cariparo.
I dati dell’Istat 2023 parlano chiaro: in Italia, il 41,5% di minori (di seconda e terza generazione) è a rischio povertà, conseguente quindi una difficoltà lavorativa, economica e sociale. Fronteggiare questo, ha spiegato in apertura il sindaco Valeria Cittadin: “Significa dare possibilità di continuare un futuro, continuare a includere, accogliere, a dare un piccolo respiro di sollievo a coloro che, dopo la soglia dei 18 anni, versano in uno stato di bisogno”.
Il Comune, insieme a una sinergia tessuta con la diocesi di Adria-Rovigo, che ha concesso l’immobile sito in via X Luglio, l’Ulss 5 Polesana e gli enti del terzo settore, tra i quali figurano la Croce rossa, comitato di Rovigo, cooperativa sociale Le Orme, l’associazione Dante Alighieri (che offre corsi in italiano gratuiti per migranti), ha partecipato attivamente al bando Cariparo, rendendo realtà, di fatto, l’inserimento in un’unità abitativa.
Ha parlato proprio di sogni, infatti, Nadia Bala, assessore alle politiche sociali: “E’ anche in virtù di una storia personale che ho sempre sentito l’urgenza che le istituzioni si prendano cura di queste problematiche”. Una soluzione, ad personam, che ha riscosso il plauso del prefetto Franca Tancredi, presente per l’occasione: “E’ un’azione che citerò nel tavolo dell’osservatorio regionale. È uno strumento che mira a non lasciare soli questi giovani, è necessaria sempre una sinergia più grande, tanto da coinvolgere gli altri comuni della provincia, di un territorio, ribadisco sempre, accogliente”.
Alle battute finali, Damiana Stocco, vicepresidente Fondazione Cariparo, insieme a don Damiano Furini, vicario della diocesi, Elisa Savogin, cooperativa Le Orme e Marcello Mazzo, direttore servizi socio sanitari Ulss5, unitamente agli altri rappresentanti degli enti, si sono recati al taglio del nastro davanti all’appartamento che al momento ospita due ragazzi iscritti alla scuola edile.
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