VOCE
POLITICA
24.06.2025 - 14:00
Il disegno di legge sull'intelligenza artificiale, fortemente voluto dal governo Meloni, è tornato al centro del dibattito politico italiano. Dopo mesi di stallo in Senato, il testo è ora in seconda lettura alla Camera dei Deputati, con il voto finale previsto tra martedì e mercoledì della prossima settimana. Tuttavia, il percorso verso l'approvazione non è privo di ostacoli, con numerosi nodi ancora da sciogliere.
Uno dei punti più controversi del ddl riguarda la gestione dei dati della Pubblica Amministrazione. Inizialmente, un emendamento approvato in Senato prevedeva che i sistemi di intelligenza artificiale destinati all'uso pubblico fossero installati su server ubicati in Italia. Tuttavia, questa limitazione è stata rimossa durante l'iter alla Camera, permettendo che i dati possano essere conservati anche su server all'estero. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni tra le fila dell'opposizione, con la deputata di Avs, Elisabetta Piccolotti, che ha espresso timori riguardo alla sicurezza dei dati italiani.
Un altro tema cruciale è la governance dei sistemi di intelligenza artificiale. Il governo ha deciso di affidare il controllo a due agenzie: l'Agenzia per l'Italia digitale (Agid) e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). Tuttavia, il deputato del Partito Democratico, Andrea Casu, ha criticato questa scelta, sostenendo che l'intelligenza artificiale dovrebbe essere gestita da un'autorità indipendente per evitare confusione e conflitti di interesse.
Il disegno di legge ha sollevato critiche anche nel mondo della cultura e dello spettacolo, in particolare per l'articolo 25, ritenuto troppo debole nella tutela del diritto d'autore. Durante una conferenza alla Camera, organizzata dall'associazione europea Egair, è stato lanciato un appello per fermare quello che è stato definito un "saccheggio dell'ingegno e del talento italiano". Le discussioni su questo tema continueranno anche nei prossimi giorni, con nuove audizioni previste.
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