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Il progetto

Q200, la nuova vita del Censer

Trasformazione da spazio fieristico a campus urbano innovativo. Con verde e fontana

Q200, la nuova vita del Censer

Passaggio di testimone alla guida di Censer srl con la società che, di fatto, da mercoledì ha cambiato pelle. Sì, perché in mattinata si sono susseguiti due eventi che hanno segnato una svolta: dapprima si è tenuta l’assemblea ordinaria dei soci convocata dall’ormai ex amministratore unico Stefano Baro per discutere le sue dimissioni e la conseguente nomina del successore, individuato in Daniele Perazzolo, già dirigente operativo della società e della Fondazione Cariparo. Subito dopo, è stato presentato “Q200 Censer”, nome che da oggi identifica il quartiere urbano rigenerato, di proprietà di Censer srl, società che resta attiva nella gestione e nello sviluppo dell’area. Insieme al nuovo nome, è stato presentato il nuovo cuore verde dell’ex quartiere fieristico rodigino.

Andando con ordine, l’avvicendamento tra Baro e Perazzolo alla guida della società è stato un passaggio concordato e previsto. Baro ha infatti terminato il mandato assunto nel 2021, guidando l’ente in una profonda fase di rilancio e rigenerazione, con il sostegno della Fondazione. Sotto la sua guida, il complesso ex fieristico è passato dal 23% al 70% degli spazi locati, sono stati effettuati investimenti in manutenzioni e sicurezza e la società ha raggiunto l’equilibrio economico e operativo. “Lascio un progetto in piena fioritura e un quartiere che oggi è davvero tornato a essere utile, vivo, attrattivo - ha dichiarato Baro - Il mio grazie va alla Fondazione, ai soci, ai conduttori, ai fornitori e al team interno, e in particolare a Daniele Perazzolo, che in questi anni ha rappresentato un riferimento costante”.

Dal canto suo, Perazzolo ha assicurato la continuità gestionale e l’impegno nel proseguire il percorso tracciato: “La sfida di creare un hub dell’innovazione, della formazione e della cultura, che ambisce a diventare uno dei motori di sviluppo della città e del Polesine, è senza dubbio grande. La affronto tuttavia con la consapevolezza che il mio lavoro si inserisce in un solco assai ben tracciato da chi mi ha preceduto”.

A seguire, l’inaugurazione della nuova piazza centrale pedonalizzata e del nuovo brand “Q200 Censer - Dove le idee prendono forma”, alla quale hanno partecipato anche il presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro, il sindaco Valeria Cittadin e il presidente della Provincia Enrico Ferrarese, ha segnato simbolicamente la chiusura di un ciclo e l’avvio di una nuova fase: da spazio fieristico a campus urbano innovativo, capace di accogliere oltre 2mila persone ogni giorno. “Q come quartiere, 200 come i 200mila metri quadrati che lo compongono. Oggi non celebriamo solo un nuovo nome e una nuova piazza, ma un’intera visione” ha sottolineato Baro. Al centro del nuovo assetto sorge la piazzetta centrale: oltre 3mila metri quadri di nuova area pedonalizzata, all’interno della quale trovano spazio circa mille metri quadri di aree a verde che arretrano il fronte stradale, eliminando la presenza delle auto, trasformandolo in un “filtro” naturale tra il traffico urbano e la dimensione del pensiero e dell’incontro. Il progetto, firmato dall’architetto Sebastiano Trevisan, prevede anche una futura aula all’aperto e una fontana pavimentale con otto getti da oltre 5 metri. Il nuovo assetto del complesso è organizzato in cinque aree tematiche, ciascuna rappresentata da un colore. Ulteriori interventi comprendono una palestra, un campo polisportivo, un anello per la corsa che circonda tutte le aree e spogliatoi per l’attività sportiva. “Quando, nel 2021, la Fondazione ha scelto di promuovere il rilancio del Censer - ha commentato il presidente Muraro - eravamo mossi dall’intento di rifunzionalizzare questo importante e storico complesso postindustriale, al fine di creare un moderno hub dell’innovazione, della formazione e della cultura. L’obiettivo era, ed è tuttora, offrire alla città di Rovigo una spinta propulsiva capace di generare ricadute positive a beneficio dell’intero territorio”.

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