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adria
26.06.2025 - 20:23
A distanza di oltre un anno da un grave episodio di vandalismo avvenuto nel centro storico di Adria, arriva il capitolo conclusivo di una vicenda che aveva scosso la comunità locale, generando sconcerto e indignazione. Nella notte del 29 aprile 2024, ignoti avevano danneggiato vasi e fioriere di proprietà del Comune, imbrattando anche aree adiacenti ad attività private.
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L’episodio suscitò allarme tra cittadini ed esercenti, già provati da altre forme di “microcriminalità” urbana. Il primo cittadino di Adria Massimo Barbujani, a nome dell’intera amministrazione comunale, presentò immediatamente denuncia-querela contro ignoti al comando dei carabinieri di Adria, inquadrando il fatto come reato di danneggiamento aggravato ai sensi dell’articolo 635 del codice penale.
Le successive indagini permisero di identificare due giovani adriesi come responsabili del gesto. Tuttavia, nell’ottobre 2024, il Comune ricevette notifica di una richiesta di archiviazione del procedimento da parte della procura. Ritenendo tale decisione non sufficiente a contrastare la gravità del gesto, il sindaco e l’amministrazione comunale decisero di opporsi formalmente, affidando l’incarico all’avvocato Henri Tommasi del foro di Venezia.
Durante l’iter processuale, i due ragazzi hanno compreso la gravità delle proprie azioni. Oltre al risarcimento dei danni nei confronti dei privati coinvolti, hanno scelto di scrivere una lettera pubblica di scuse al sindaco e all’intera cittadinanza, manifestando un sincero pentimento. Di seguito un estratto della missiva: “Ci scusiamo per il nostro comportamento stupido e irrazionale. Eravamo ubriachi, ma questa non è una giustificazione. Abbiamo causato guai a noi stessi, alle nostre famiglie e soprattutto alla comunità. Vorremmo dire ai nostri coetanei di non cercare il divertimento in queste bravate”.
I giovani hanno inoltre dato il consenso alla divulgazione della loro lettera, nella speranza che la propria esperienza serva da monito per altri ragazzi.
Il gesto vandalico si è così trasformato in occasione di riflessione e responsabilità, grazie anche alla fermezza dell’amministrazione comunale e alla disponibilità al dialogo e alla riparazione mostrata dai diretti interessati.
“Il rispetto per il bene comune - ha detto il sindaco Massimo Barbujani - si costruisce anche attraverso il senso di responsabilità. Oggi possiamo dire che non tutto è stato vano: da un errore può nascere consapevolezza, e da questa può germogliare una cittadinanza più matura”.
Un epilogo inaspettato, ma positivo, che restituisce dignità alla città e una lezione importante ai più giovani.
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