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Maglietta Barbie Brigate Rosse: scoppia il caso

Studentessa si dimette dopo le polemiche

La maglietta che divide: il caso Tumicelli e il peso della memoria storica

In un'epoca in cui i social media amplificano ogni gesto, una semplice maglietta può diventare il fulcro di un acceso dibattito nazionale. È quanto accaduto ad Agnese Tumicelli, studentessa veronese e presidente del consiglio studentesco dell'università di Trento, che si è trovata al centro di una bufera mediatica per aver indossato una t-shirt con simboli delle Brigate Rosse.

La vicenda ha preso piede quando Tumicelli ha pubblicato su Instagram una foto che la ritraeva con una maglietta raffigurante una bambola Barbie accostata a simboli delle Brigate Rosse, tra cui la stella a cinque punte e la Renault 4, tristemente nota per il rapimento di Aldo Moro. Le reazioni non si sono fatte attendere: Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d’Italia, ha definito l'episodio un "delirio insopportabile", mentre Michaela Biancofiore ha chiesto le dimissioni immediate della studentessa, sottolineando l'incompatibilità di tali simboli con il ruolo istituzionale ricoperto.

Di fronte alla crescente pressione, Tumicelli ha incontrato il rettore Flavio Deflorian e ha rilasciato pubblicamente delle scuse, riconoscendo l'errore e condannando ogni forma di estremismo e violenza politica. "Non era mia intenzione fare apologia o satira sulle Brigate Rosse", ha dichiarato, esprimendo rammarico per aver urtato la sensibilità di molte persone. Tuttavia, le scuse non sono bastate a placare le polemiche, e la studentessa ha deciso di dimettersi dalla carica di presidente del consiglio studentesco e dal consiglio di amministrazione dell'ateneo.


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